Lo stadio che precede la fase della meditazione (Dhyana) viene chiamato Dharana. Questa parola, in sanscrito, indica la “concentrazione” e rappresenta uno degli otto stadi dello Yoga, come formulati da Patanjali. Questi stadi descritti nell’Ashtanga Yoga sono tra loro strettamente collegati: affrontarne uno significa comunque mantenere uno sguardo e un approccio globale. Essi si compenetrano.
Per entrare in una fase meditativa occorre prima aver portato avanti una serie di pratiche (asana e pranayama), oltre che aver abbracciato una certa filosofia esistenziale collegata a Yama e Niyama. Dopo aver permesso ai sensi di ritirarsi (Pratyahara) possiamo accedere alla fase della concentrazione che porta alla meditazione.
5 modi per sviluppare la concentrazione
Secondo la Shandilya Upanishad vi sono cinque modi per sviluppare uno stato di profonda concentrazione:
- indirizzare la mente sul Sé universale
- sviluppare la visione interiore
- controllare le proprietà dei cinque elementi che costituiscono il corpo
- ricordare continuamente il Brahma
- pensare alla propria personale divinità.
I sensi, tramite gli organi correlati (naso, occhi, lingua, orecchie, pelle), portano l’individuo non “addestrato” a rimanere fortemente condizionato dal mondo esterno. La realtà circostante ha il sopravvento. Quando il praticante di yoga è in grado di affinare i suoi livelli di concentrazione le distrazioni vengono meno, perché la mente si ritrae e si volge verso la dimensione interiore.
La concentrazione su un oggetto
La fase meditativa è dunque preceduta da Dharana, la concentrazione su un oggetto, che può essere esterno (come un candela, un colore, un’immagine che può essere quella di una divinità o un mandala) o interno (per esempio il respiro). Quando la mente viene indirizzata verso un determinato punto per un certo lasso di tempo si attiva un processo di pacificazione della mente tramite l’attenzione cosciente. I pensieri si placano e la mente entra in uno stadio di concentrazione tale da non subire più distrazioni.
Alcune pratiche per aumentare la concentrazione
- Trataka, la meditazione sulla candela
Per praticare Trataka si utilizza in genere una candela accesa, che viene posta sopra un ripiano o comodino all’altezza degli occhi. La stanza viene illuminata solo dalla luce della candela. Ci si siede nella postura meditativa assisa a una distanza di circa 70 cm. Dopo essere rimasti con gli occhi chiusi per alcuni istanti, si inizia a fissare la luce della candela, nella sua parte superiore. Dopo di che chiudendo ancora gli occhi si ha la chiara impressione della luce della fiamma.
- Body Scan (maggiori info qui)
- La meditazione sui colori