Sono numerose le circostanze che possono alimentare la sfiducia in se stessi. Un errore commesso, un’opportunità persa, una strada sbagliata presa. Si diventa insicuri e si guarda ai propri errori con rabbia o con delusione. Si rischia di percepirsi come incapaci nel progredire nel cammino esistenziale.
Se si sperimenta una simile situazione possono essere d’aiuto varie pratiche e metodi – come la meditazione e lo yoga, per esempio – che permettono di accrescere la fiducia in se stessi. Pratiche che al contempo alimentano emozioni e pensieri positivi.
Guardando all’Asia, e in particolare al Giappone, si scopre la tecnica del kintsugi, che può essere applicata anche alle circostanze della vita. Nel libro Wabi Sabi, Selene Calloni Williams approfondisce proprio questo argomento. Anche chiamata in giapponese kintsukuroi, questa tecnica si riferisce all’arte di riparare gli oggetti con l’oro.
Spiega Selene Calloni Williams nel libro qui citato, come il kintsugi si sia sviluppato – secondo la tradizione – nel XV secolo, su impulso dello shōgun Ashikaga Yoshimasa. Tutto è nato, perché egli rimase molto deluso dal lavoro di riparazione dei suoi pezzi in ceramica più preziosi. Chiese quindi a un artigiano giapponese di trovare una soluzione che fosse soddisfacente a livello estetico. Ed ecco la nascita dell’arte del kintsugi.
“Il kintsugi è una metafora da applicare alla vita. Quando ci guardiamo alle spalle e ci sembra di aver commesso errori […] dovremmo essere capaci di mettere insieme le parti della nostra storia con l’oro, trasformando i nostri errori da fratture o crepe, dalle quali versiamo fuori e disperdiamo potere, in elementi che ci impreziosiscono”, afferma Selene.
Il collegamento con la filosofia Wabi Sabi
L’arte del kintsugi è una pratica che si collega con la filosofia giapponese chiamata Wabi Sabi (per approfondirla, clicca qui). In questa tecnica artistica, che diventa anche arte di vivere, vengono valorizzate la fragilità, l’imperfezione e la resilienza: principi tipici racchiusi in Wabi. Inoltre, è centrale anche il trascorrere del tempo, che si riallaccia a Sabi.
“Niente è mai veramente rotto o perduto, la cicatrice è una porta da cui la luce può entrare in noi, se sappiamo impreziosirla con l’oro, anziché nasconderla nel buio. Il kintsugi ci insegna anche ad apprezzare di più le cose che abbiamo, evitando di essere consumatori distratti. Il kintsugi ci insegna a trasformare la percezione delle nostre debolezze e fragilità, ci consente di apprezzarle come segni della nostra bellezza e della nostra possibilità di risplendere”, Selene Calloni Williams.
Per approfondire:
Wabi-Sabi. La Bellezza della Vita Imperfetta
La via giapponese per essere felici
Selene Calloni Williams
Pickwick Libri
Selene Calloni Williams è da oltre 30 anni che si occupa di yoga, meditazione, psicologia del profondo e molto altro. Scrittrice, nonché documentarista, è autrice di svariati libri incentrati sullo sciamanismo, sulle filosofie orientali e sul coaching.