Stimolare la creatività con lo yoga

La pratica regolare dello yoga produce vari benefici, come abbiamo segnalato in vari articoli. Tra gli effetti positivi rientra anche lo sviluppo della creatività. Questo è un aspetto poco considerato quando si affronta l’argomento yoga. In genere, si evidenziano i miglioramenti sul piano muscolare, articolare, o si sottolinea l’attivazione di un processo volto al rilassamento psicofisico. Oltre al piano corporeo-materico e mentale, lo yoga lavora a livello sottile, stimolando le energie interiori. Più si pratica, più i centri energetici vengono riattivati e riequilibrati. Per centri energetici si intendono i Chakra. Quello specificamente collegato alla creatività è lo Svadhisthana Chakra. Meditando e praticando asana si possono stimolare quelle energie connesse alla dimensione creativa.

La creatività per rompere la routine

Sviluppare e alimentare la creatività è importante non solo per chi si dedica a livello professionale o personale a una disciplina artistica. È attraverso la creatività che si formano nuove idee e nuovi progetti. Le “novità”, quindi le idee creative, rompono la routine quotidiana e quegli schemi mentali diventati ormai vecchi, atrofizzati. La pratica delle asana e la meditazione spingono la mente a focalizzarsi sul momento presente, sulle sensazioni corporee, sul flusso dei pensieri. Più si ascoltano i segnali del corpo, più si entra nella propria dimensione interiore: non si è più in balia degli stimoli esterni, dei condizionamenti e delle distrazioni. Diventando consapevoli del sé profondo, mente e corpo si rilassano, pur rimanendo in una condizione “vigile e attenta”. È in questo stato di “rilassamento attivo” che le energie creative possono venire risvegliate.

Asana consigliate per attivare il flusso creativo

Virabhadrasana II. È una delle tre“posizioni del guerriero”, ispirate a Virabhadra, ovvero quell’eroe che, secondo la tradizione induista, fu creato da Shiva. È un’asana fondamentale per chi pratica yoga, in quanto sviluppa equilibrio, forza e coordinazione. Per approfondire Virabhadrasana II clicca qui.

Navasana è la “posizione della barca”, un nome che riflette la posizione assunta dal corpo mentre la si esegue. Infatti, le gambe e il busto ricordano un’imbarcazione, mentre le braccia alzate ricordano i remi. Vi sono diverse versioni di quest’asana, ma quella più nota è conosciuta come Paripurna Navasana. Poiché la postura stimola l’energia interiore è indicata praticarla al mattino. Per approfondire Navasana clicca qui.

Sequenza consigliata: Surya Namaskara, il Saluto al Sole.

Meditazione consigliata: la meditazione sui colori.

I colori rappresentano uno degli oggetti su cui ci si può concentrare durante Dharana, la fase che precede lo stato meditativo (Dhyana). Le tradizioni meditative orientali attribuiscono una notevole importanza ai colori e sono utilizzati per trasformare le emozioni e per riequilibrare le energie sottili.

Ci sono varie tecniche per entrare nella fase di concentrazione attraverso l’uso dei colori e accedere poi a uno stato meditativo. Una tecnica semplice è quella di assumere la “posizione del cadavere” mettendosi in Savasana. Dopo aver compiuto una serie di respiri profondi ed essersi distaccati dai sensi si incomincia a visualizzare un determinato colore scelto in precedenza. Durante le prime meditazioni è meglio focalizzare l’attenzione su un solo colore.

Se la visualizzazione del colore scelto risulta difficile si può immaginare un oggetto che lo rappresenti: per esempio, se vogliamo meditare sul colore verde possiamo immaginare un bel prato rigoglioso, mentre se si vuole meditare sul giallo si può immaginare un fiore di questo colore. Per impregnarsi del colore scelto si immagina di essere immersi e avvolti in esso. In questo modo si assorbono le sue vibrazioni energetiche. Un’altra tecnica consiste nel porre l’attenzione su ogni chakra; mentre ci si concentra su quella determinata zona del corpo si visualizza il colore associato al chakra su cui la mente è rivolta.

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