Lo Shinrin Yoku, espressione che in giapponese significa “bagno di foresta”, viene considerato una terapia preventiva. Grazie a varie ricerche è emerso come l’immersione nella natura produca benefici sul piano psicofisico. In occasione della Giornata nazionale degli alberi, che si celebra in Italia il 21 novembre, abbiamo posto alcune domande a Selene Calloni Williams, direttrice di Imaginal Academy, nonché Istruttrice di Shinrin Yoku, e Autrice di un libro che parla proprio dei bagni di foresta.
Perché è importante la pratica dello Shinrin Yoku?
«Lo Shinrin Yoku non è solo una filosofia, ma anche un metodo pratico di azione e comportamento. È molto utile che i benefici della natura vengano ribaditi, poiché viviamo in un’era iper-tecnologica. L’individuo urbanizzato e industrializzato ha, in pochi decenni, profondamente modificato il proprio stile di vita, allontanandosi pericolosamente dalla natura. La tecnologia ha contribuito ad allontanare l’uomo dalla natura. Oggi gli individui trascorrono gran parte del loro tempo davanti a uno schermo accumulando “tecnostress” che è, a tutti gli effetti, una patologia. Lo stress fornisce terreno al formarsi di malattie anche gravi. Un “bagno di foresta” ci consente di lavar via lo stress accumulato».
Quali benefici apporta un bagno di foresta?
«È provato che l’immersione nei boschi e, più genericamente, il contatto con la natura, è in grado di abbassare le concentrazioni dell’ormone dello stress nel corpo. Inoltre, rinforza il sistema immunitario, regola la pressione arteriosa e il battito cardiaco, diminuisce i livelli di colesterolo. Voglio ricordare poi uno studio del 2013 realizzato presso l’Università di Exeter, nel Regno Unito, dal quale è emerso che chi abita in aree verdeggianti è più felice. Il contatto con la natura favorisce anche la resilienza, necessaria durante le fasi di convalescenza e recupero. Non solo, la natura favorisce la cura di malattie psicologiche come la depressione. Ci sono studi che indicano i benefici della natura persino su schizofrenia e altre gravi turbe del comportamento. Stare a contatto con la natura aiuta persino ad avere una memoria migliore e aumenta la resistenza contro l’invecchiamento fisico e mentale».
Qual è la sua personale relazione con i boschi, con le foreste?
«Io non posso pensare alla mia vita senza il bosco. Sin da piccola amavo stare nella natura. Terminato il liceo classico, a soli diciannove anni, mi sono trasferita nell’isola di Sri Lanka, dove ho intensamente praticato lo yoga, lo sciamanismo e la meditazione buddhista. Sono stata iniziata al lignaggio dello yoga sciamanico dal mio maestro, Michael Williams e, per circa sei anni, ho frequentato un tempio della foresta sotto la guida del Venerabile Gata Thera con il Reverendo Gotatuwe Sumanaloka Thero, mio compagno di meditazione e oggi insegnante di Mindfulness Immaginale al mio fianco presso Imaginal Academy. Nell’eremitaggio della foresta dormivo in una grotta e meditavo nella natura. In tutti questi anni ho imparato molto sulla connessione con il bosco. Ho appreso come il bosco possa guarire l’uomo e come possa contribuire a realizzare i suoi obiettivi. Oggi insegno alle persone, anche a quelle che vivono in città, a stare in contatto con la natura. È possibile portare la natura in città e contattare gli spiriti della natura anche stando nella propria casa».
Può fornirci alcuni consigli per praticare lo Shinrin Yoku?
«Lo Shinrin Yoku è un’avventura di profonda comunione con la natura attuata con tutti i sensi. Si pratica in molti modi, ma quello più tradizionale è la passeggiata e la meditazione nel bosco o nella foresta. Prima di entrare in un bosco occorre eseguire un inchino: facendo ciò si chiede alla natura il permesso di entrare in comunione con le energie e le idee. Si hanno poi due possibilità: camminare o fermarsi. Entrambe le esperienze bisogna viverle come momenti di meditazione applicando l’attenzione consapevole a ciò che accade. Sia nella meditazione seduta, sia in quella camminata, occorre rimanere in totale presenza mentale. Occorre vivere le esperienze in piena attenzione cosciente».