Il fine ultimo del Pranayama è quello di disciplinare la mente. Attraverso il controllo del respiro è possibile influenzare il flusso di energie interiori e con esso il comportamento dell’individuo consentendogli di fruire liberamente di una visione più ampia della propria esistenza. Il punto di contatto tra l’energia cosmica (il prana) è il respiro è ben esplicitata nella Brhadaranyaka Upanishad: “Attraverso di esso, Vayu, questa vita e la prossima e tutti gli esseri sono collegati. Perciò, quando un uomo muore si dice che le sue membra si sono sciolte. Il vento è infatti il nodo che insieme le lega”
Questo vento (soffio vitale) è la matrice della nostra stessa esistenza. Nella pratica moderna si pone poca attenzione al respiro ma nell’Hatha Yoga Pradipika è esplicitamente indicato che il Pranayama “viene introdotto solo nel momento in cui il Sadaka è in grado di praticare tutti gli Asana con sicurezza”, non il contrario. Non dobbiamo quindi stupirci se la prima pratica sia orientata alla pulizia delle nadi, i canali di scorrimento del prana. Se il passaggio è ostruito, il prana non potrà circolare liberamente. Un procedimento base che ogni praticante Yoga deve conoscere è Nadi Sodhana Pranayama, il “pranayama di pulizia delle nadi”. Prima di passare a tecniche più potenti è necessario operare un processo di purificazione per migliorare la circolazione e abbattere eventuali ostacoli.
La Tecnica
Sediamoci in Siddhasana prestando attenzione al fatto che il peso sia equamente distribuito sugli ischi. Abbassiamo la testa portandola in avanti verso il tronco e poggiamo il mento nell’incavo tra le clavicole e lo sterno (Jandhara Bandha). La mano destra assume Vishnu Mudra. Portiamo il gomito destro verso lo sterno, con la spalla rilassata e l’avambraccio in verticale, in linea con lo sterno. Il mudra si trova così davanti al volto, con il dorso della mano rivolto all’esterno. Prima di eseguire la tecnica, cerchiamo di rilassarci, mantenendo gli occhi chiusi e ascoltando il respiro naturale. Ampliamo progressivamente il respiro accompagnandolo con un suono leggerissimo. Poggiamo il mignolo e l’anulare sul lato sinistro del naso, appena sotto l’osso. Premiamo l’anulare e il mignolo per chiudere completamente il lato sinistro del naso. Svuotiamo completamente i polmoni attraverso la narice destra controllando l’apertura della narice con la punta del pollice destro. Inspiriamo direttamente dalla narice destra e riempiamo i polmoni completamente (puraka). Chiudiamo successivamente anche la narice destra con il pollice in modo che siano chiuse entrambe. Diminuiamo la pressione dell’anulare e del mignolo ed espiriamo completamente dalla narice sinistra. L’espiro parte sempre oltre il capo e discende verso il basso rilassando ogni muscolo fino a raggiungere l’ombelico. Vuotiamo completamente i polmoni (rechaka). Dopo la profonda espirazione dalla narice sinistra, cambiamo la pressione su essa aggiustando le dita e inspiriamo direttamente da questa narice, lentamente, uniformemente e profondamente, riempiendo i polmoni completamente (puraka). Dopo una profonda inspirazione attraverso la narice sinistra, chiudiamola ed espiriamo attraverso la narice destra regolando la pressione con il pollice. Ripetiamo il ciclo di respirazioni per alcuni minuti. Terminata la pratica stendiamoci e rilassiamoci in Savasana per interiorizzare la pratica.
Avvertenze: le persone che soffrono di ipotensione otterranno dei buoni risultati, ma le persone che soffrono di ipertensione o disturbi al cuore non dovrebbero mai trattenere il respiro, dopo l’inspirazione.