Sciogliere le tensioni al lavoro grazie allo yoga

Tensioni, stress, stanchezza mentale possono manifestarsi in vari momenti durante la giornata lavorativa. In alcuni casi, le tensioni psicofisiche sono causate da una postura errata: per esempio, mentre si è seduti si tiene incurvata troppo la schiena; oppure, sono dovute a una mancanza di movimento. Quando si inizia a percepire una certa fatica a svolgere le incombenze è bene fermarsi anche soltanto per cinque minuti ed eseguire alcune semplici tecniche di yoga per sciogliere blocchi al collo e alle spalle e per ossigenare meglio il corpo.

Esercizi per i muscoli del collo

Rimanendo seduti, con la schiena dritta ma non rigida si inizia a respirare in modo profondo e consapevole. Se si preferisce si possono chiudere gli occhi. Dopo alcune respirazioni, nella fase dell’inspiro si abbassa la testa verso la spalla destra e nell’espiro la si riporta nella posizione iniziale; dopo di che, nell’inspiro si abbassa la testa verso la spalla sinistra e nell’espiro si riporta nella posizione iniziale. Si continua per almeno quattro volte. I movimenti sono molto lenti, mai veloci, per evitare strappi muscolari. Il respiro è in sintonia con il movimento della testa. In seguito, si abbassa la testa in avanti nell’inspiro e nell’espiro la si riporta nella posizione iniziale. Anche in questo caso si ripete il movimento in maniera molto lenta per almeno quattro volte. Dopo alcune respirazioni profonde e consapevoli si passa al secondo esercizio.

Esercizio per le spalle

Uno dei migliori esercizi per le spalle è Garudasana. In questo caso, si può eseguire o nella posizione classica (per approfondirla clicca qui), oppure ci si concentra sulla parte alta del corpo, muovendo quindi solo le braccia. In questo secondo caso, si rimane seduti, con la schiena dritta ma non rigida. Si compiono respiri lenti e profondi. Si allungano quindi le braccia davanti a sé, poi incrociano e si portano gli avambracci in alto, in modo da avvolgere il braccio destro attorno a quello sinistro. I palmi delle mani si devono unire, formando una sorta di “becco di un’aquila”. Si rimane in questa posizione per tre cicli respiratori, poi si sciolgono lentamente le braccia. Si ripete il movimento avvolgendo questa volta il braccio sinistro attorno a quello destro.

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