Ritrovare equilibrio e radicamento con l’Odaka Yoga Trauma Informed – Intervista a Francesca Cassia

Grazie a percorsi mirati di yoga “trauma-informed”, chi ha subito traumi ha la possibilità di vivere l’esperienza yogica in uno spazio protetto e sicuro, traendo profondi benefici sia a livello fisico, sia sul piano psico-emotivo. La pratica dello yoga “trauma-informed”, regolando il sistema nervoso, favorisce infatti un maggiore equilibrio. Odaka Yoga propone lezioni di yoga “trauma-informed” dedicate a coloro che abbiano alle spalle una storia traumatica. Oltre a ciò, Odaka organizza un corso formativo di yoga “trauma-informed”, rivolto a insegnanti yoga. Per approfondire queste tematiche abbiamo intervistato Francesca Cassia, Master Yoga Teacher, insegnante conosciuta a livello mondiale. Francesca insieme a Roberto Milletti è cofondatrice di Odaka Yoga.

Puoi parlarci dell’Odaka Yoga Trauma Informed? Quando lo avete sviluppato?

«È nato circa un anno fa parlando con Simona Anselmetti e Giada Masloravic, entrambe insegnanti di Odaka Yoga e psicoterapeute, nonché supervisor EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ovvero Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, N.d.R.).

Il modo in cui insegniamo Odaka yoga è perfettamente in linea con il Trauma Informed, mi hanno fatto notare Simona e Giada. Questo è stato un elemento che ci ha spinto a proporre un corso di questo tipo rivolto specificamente a insegnanti yoga. Un altro elemento che ci ha motivati a lavorare anche in ambito Trauma Informed è il fatto che nelle nostri classi yoga arrivano spesso persone con traumi importanti. Penso a chi ha disturbi alimentari o a chi ha subito violenze di varia natura. Per praticare yoga con queste persone occorre creare un ambiente protetto, occorre utilizzare un certo tipo di linguaggio e assumere un certo tipo di atteggiamento. Ecco, tutto ciò ha favorito lo sviluppo dell’Odaka Yoga Trauma Informed».

Quanto è importante per un insegnante yoga imparare a gestire un trauma?

«Risulta molto importante nel momento in cui si vuole lavorare anche con persone che hanno subito traumi. Possono essere traumi pesanti e difficili da gestire. In questi casi, bisogna insegnare yoga tenendo conto dello stato emotivo delle singole persone. Per questo la pratica non deve venire mai forzata. La persona non deve sentirsi mai costretta a fare qualcosa. L’insegnante semplicemente invita a esplorare e muovere il proprio corpo senza giudizio. Per la persona è un viaggio di ricerca interiore senza alcuna forzatura.

L’Odaka Yoga Trauma Informed può essere molto utile agli insegnanti yoga anche per lavorare con quelle persone che non abbiano subito traumi complessi, ma che in quel momento entrano nella classe in una condizione poco radicata. In questo caso, l’insegnante è preparato ad affrontare la situazione, favorendo una maggiore centratura nella persona».

Puoi farci alcuni esempi per quanto riguarda il metodo di lavoro?

«Grazie allo Yoga Trauma Informed l’insegnante imparare a gestire meglio specifiche situazioni. Per esempio, si può creare una forma di dipendenza dell’allievo verso l’insegnante yoga. Il Trauma Informed permette di affrontare anche questi tipi di approcci. Si impara sia a non prendere su di sé queste richieste, sia a rimanere in equilibrio.

L’insegnante impara a non mettersi mai nei panni di chi può curare. Bisogna sempre ricordare che noi siamo insegnanti di yoga, siamo di supporto, facciamo esplorare il corpo, ma non siamo psicoterapeuti. Questa differenza è molto importante. Ecco perché noi lavoriamo sempre affiancati da psicoterapeute come Simona e Giada.

Occorre poi assolutamente evitare che possa emergere un trigger, cioè quell’evento che ha scatenato il trauma nella persona. Per questo consigliamo, per esempio, di non usare troppi profumi, perché potrebbero essere un trigger. Anche determinati suoni possono far riemergere il trauma. È perciò importate domandare direttamente alle persone se desiderano avere in sottofondo un certo tipo di musica.

Nella pratica dello yoga si instaura un dialogo tra l’insegnante e l’allievo, nel senso che l’insegnante invita la persona a muoversi in totale libertà scegliendo lei stessa come muoversi, senza costrizioni. Nel compiere il movimento può scegliere se farlo in un certo modo o in un altro. La possibilità di scelta è fondamentale e ciò include anche la possibilità di uscire dalla classe se si sente tale esigenza. L’importante è che la persona rimanga in contatto con l’insegnante, mandando un messaggio, in modo da capire cosa è accaduto».

Quanto è benefico lo yoga per chi ha avuto una storia traumatica?

«La mia storia dimostra proprio questo… Soffrivo di disturbi alimentari, ero anoressica. Sono arrivata allo yoga con il bisogno di avere un insegnante che mi trattasse con parole e con inviti più gentili e mirati al mio stato emotivo. Lo yoga mi ha cambiato la vita. È una pratica che aiuta ad accettare non solo le imperfezioni, ma anche ciò che ti ha travolto nella vita. Lo fa attraverso il corpo, il movimento. Lo fa tenendoti ancorata/ancorato al qui e ora. Quando vivi il momento presente la mente vaga di meno.

Con Giada e Simona stiamo facendo un grande lavoro con i disturbi alimentari, con le donne abusate, con i rifugiati, con persone che hanno difficoltà reali, importanti.

Attraverso l’Odaka Yoga Trauma Informed abbiamo visto che le persone non si lasciano travolgere dal trauma, perché la mente viene riportata al qui e ora. Mantenendo le persone nel qui e ora sono molto più radicate. Ciò permette loro di accettare ed elaborare il trauma. Con il sostegno delle psicoterapeute diamo delle semplici sequenze da svolgere, che si possono fare su una sedia o su un tappetino di yoga e in seguito si possono coinvolgere con sequenze anche un pochino avanzate».

Chi può seguire il vostro Corso formativo?

«Il Corso Odaka Yoga Trauma Informed è rivolto solo a insegnanti yoga e a psicoterapeuti. Mentre chi ha subito un trauma e vuole avvicinarsi all’Odaka Yoga Trauma Informed può contattarci. Con Giada e Simona proponiamo sia sessioni individuali private, ma anche di gruppo. Noi in questo caso lavoriamo sempre con le psicoterapeute. Quando si lavora nello yoga si aprono tante finestre nelle persone, e possono emergere traumi. L’insegnante di yoga non può sostituirsi allo psicoterapeuta. É importante sottolinearlo».

 

Per approfondire:

odakayoga.com

Articolo correlato

Concentriamoci su quello che siamo ed entriamo nel flow – Intervista a Francesca Cassia di Odaka Yoga

Lascia il tuo commento

Per favore inserisci il tuo nome.
Per favore inserisci commento.