Ri-scopriamo l’Amore e la Sapienza nella nostra Vita con lo Yoga

Marco Ferrini è da oltre quarant’anni che diffonde in Italia e nel mondo le imperiture conoscenze della tradizione indovedica.

Fondatore del Centro Studi Bhaktivedanta di Ponsacco (Pisa) e direttore dell’Accademia di Scienze Tradizionali dell’India, il professor Ferrini – filosofo, ricercatore, nonché autore di oltre un migliaio di pubblicazioni, tra audio, video e libri – è una guida spirituale per migliaia di persone. Attraverso il suo amore per lo yoga bhakti, ha trasmesso e continua a trasmettere saperi che hanno il potere di cambiare l’esistenza in una direzione volta all’evoluzione psicofisica e spirituale dell’essere.

In un mondo che appare caotico e inserito in un processo di decadenza, molte persone si sentono impotenti e frastornate. Proprio per questo abbiamo posto alcune domande a Marco Ferrini, al fine di attingere ai suoi preziosi insegnamenti, che ci aiutano a far emergere la luce dell’Amore nella vita quotidiana a beneficio nostro e di tutte le creature.

intervista di Silvia C. Turrin

Negli ultimi decenni sembra che l’umanità sia sottoposta a una serie costante di prove e di sfide. Molte persone percepiscono quest’epoca come una discesa nel caos. Nella tradizione indiana si parla di Kali yuga, di età oscura. Stiamo davvero vivendo questa fase? E se sì, i praticanti di yoga come possono superare tanti ostacoli materiali e immateriali per mettere in pratica l’amore, la compassione, l’equanimità?

MARCO FERRINI: Sì, siamo in Kali yuga, e  quello che dovrebbe essere al centro della nostra attenzione è il significato di ciò che accade. È importante non lasciarsi distrarre, in modo da capire – dietro le apparenze – qual è lo scopo di ciò che succede. A meno che non assumiamo come punto di vista il nichilismo, per cui la storia non ha senso, il mondo non ha senso, noi non abbiamo senso, nulla ha senso e non resta che la disperazione, tutto cambia se invece guardiamo a quel che accade dalla prospettiva dell’eternità, quella dei grandi testi sapienziali della tradizione Yoga Bhakti-Vedantica.

Bhakti significa Amore, amor devoto, pratiche di amorevole servizio spirituale offerto a Dio. Vedanta indica la sapienza. Da questa prospettiva, la questione può essere inquadrata nei due aspetti più importanti della vita che sono l’amore e la sapienza. L’Amore e la Sapienza hanno un ruolo fondamentale per comprendere il senso di ciò che accade e per agire con serenità anche in mezzo al caos. Fin dall’inizio questo millennio ci ha mostrato un’umanità spaventata, sofferente, confusa, stordita, in preda a dissonanze cognitive.

Occorre certamente porci alcune domande. Io propongo di interrogarci cercando il senso di quel che accade, non rimanendo semplicemente spettatori passivi.

Oggi valori come giustizia, verità, libertà e Amore sono sempre più destituiti di contenuto soprattutto a causa dell’inquinamento del loro campo semantico. Da questa angolazione dobbiamo verificare, scoprire e realizzare qual è il nostro ruolo nel mondo. E se lo scopriamo, quelle che appaiono grandi impennate di caos possono diventare occasioni per ripristinare – almeno a livello personale – l’ordine cosmo-etico.

Il nostro compito è tornare a vivere coerentemente, praticando la retta conoscenza e uno scrupoloso codice etico di retta condotta, yama-niyama, sadachara, per trasformare l’attuale crisi antropologica in una formidabile opportunità evolutiva.

Chi pratica yoga con impegno è certamente più preparato nell’affrontare crisi e cambiamenti, in quanto essa offre non solo un’impostazione filosofico-teoretica, ma anche una ben definita praxi. Come l’Occidente ha ampiamente dimostrato a proprie spese, modelli filosofici senza le corrispondenti prassi non funzionano, anzi, comportano pericolosi rischi e scarsi risultati affidabili nel tempo.

La conoscenza che veicola lo Yoga proviene dal Samkhya: lo Yoga ne è l’applicazione pratica. Lo Yoga è ciò che il saggio Patanjali definisce nei quattro Pada: Samadhi, Sadhana, Vibhuti e Kaivalya, un trattato scientifico per affrontare il viaggio esistenziale che conduce alla presa di coscienza di chi siamo una volta liberi dalla Prakriti. Il mondo materiale è il nostro laboratorio, nel quale noi facciamo esperimenti per evolvere.

Da questa prospettiva, il caos che pervade la società è l’esito di prolungati comportamenti dis-ordinati e privi di lungimiranza, al quale il praticante yoga può rispondere cogliendo l’occasione per riportare ordine e armonia (dharma). Anche questo è yoga, fuori dal tappetino. Se non fossimo consapevoli di avere uno scopo evolutivo, non sentiremmo nemmeno l’esigenza di mettere ordine.

Chi pratica yoga con compassione (karuna), equanime sul piano della meditazione e dell’azione, realizza che la vita ha uno scopo e che il mondo ha uno scopo, diventando consapevole del proprio ruolo anche nel disordinato qui ed ora.

È ormai urgente un risveglio spirituale che attivi una grande riorganizzazione socio culturale. In primis, a livello individuale. Quel cambiamento che ci si aspetta dal mondo non si realizza se non cominciamo da una profonda trasformazione di noi stessi. Per migliorarsi rapidamente, come dice Patanjali nei suoi Sutra sullo Yoga, dovremmo affidarci a Dio (Īśvarapraṇidhāna), a Colui che ha supremo dominio su tutto ciò che esiste, materiale e spirituale. Così facendo, evolviamo come individui, società e mondo.

Anche il principio dell’Ahimsa sembra una chimera. Come riuscire a credere ancora e a portare avanti il messaggio della non-violenza in un mondo in cui stanno ritornando gli spettri del passato, come il riarmo atomico?

MARCO FERRINI: Il fantasma dell’olocausto incombe non solo sull’umanità ma anche sul pianeta Terra e su tutte le specie viventi. Il mondo è sempre più occidentalizzato e la cultura dominante sembra essere nemica della vita, della libertà, della verità e della giustizia. La componente spirituale dell’essere umano è pressoché negata, e tutto sembra ridursi ai paradigmi del relativismo positivista e nichilista. È stato definito scientifico soltanto ciò che si può provare attraverso la percezione sensoriale, il mondo della Prakriti. A questo punto è doveroso chiarire che il quarto, ultimo e conclusivo Pada degli Yoga-Sutra, riguarda l’ultimo livello dell’evoluzione umana, ovvero liberare la coscienza dalla limitante e schiavizzante presa della Prakriti. L’io egoico e bellico, in preda al delirio di potere, minaccia di distruggere tutto. Quel che sta accadendo è il frutto di una politica cieca, che ha perduto lo scopo e il senso della Vita. Nello yoga troviamo risposte, conoscenze, pratiche da seguire che conducono a scopi evolutivi che fungono da antidoto all’atteggiamento predatorio che caratterizza il nostro presente.

È da oltre quarant’anni che diffonde le imperiture conoscenze indovediche. Nonostante la pratica yoga sia sempre più diffusa sembra che l’aspetto filosofico-umanistico dei saperi indiani rimanga a volte in qualche modo secondario o non prioritario rispetto alla dimensione più esteriore e fisica della pratica yogica. Vista la sua lunga esperienza come possiamo far avvicinare le persone all’aspetto più sacro e spirituale dello yoga?

MARCO FERRINI: Occorre andare alle fonti dello yoga per rispondere a questa domanda. Attingere alle fonti significa riconoscere testi come le radici del sapere e altri le propaggini periferiche dell’albero della conoscenza yoga. Tra i testi fondamentali vi sono la Bhagavadgīta, alcune Upaniṣad, i già citati Yoga-Sutra e pochi altri. Tutti spiegano come il significato di Yoga sia unione con il Sé. Attraverso lo yoga ci si ricollega con la parte smarrita di sé, ci si riunisce all’Anima delle anime. Come spiega la Bhagavadgītā, l’intelletto può diventare lo strumento primario dell’anima, dell’Ātman. Quando l’intelletto si unisce ai sensi, come dice Dante nella sua Commedia, vola basso. Ma quando l’intelletto si unisce a Dio, con il Sé Supremo, è possibile rimanere esenti da passioni distruttive e realizzarsi spiritualmente.

Esenti da euforia e depressione si può mantenere la pace, shanti, possiamo volare sopra la tempesta sensoriale e tornare all’Amore. Tramite la Bhagavadgītā possiamo capire come liberarci dall’ingranaggio del ciclo di morte e rinascita e raggiungere la bhakti, l’amore per Dio.

Il saggio Patanjali insegna come conseguire la liberazione, Mokṣa Kaivalya, ovvero la liberazione dell’atman dalle influenze del triguna. Non va oltre, non ci insegna come vivere liberati: quest’ultimo è lo scopo della Bhagavadgīta.

Liberi dalla nitchiana volontà di potenza, possiamo compiere azioni evolutive anche in questo oscuro frangente storico, purché ognuno compia quel che è doveroso per la elevazione propria e altrui. Quella gioia essenziale, quella capacità di essere felici interiormente, testimonia che siamo in marcia verso la perfezione.

Attraverso i suoi numerosi libri, corsi, conferenze, seminari ha creato un ponte tra Italia e India, tra Occidente e Oriente. Può offrirci qualche consiglio per poter edificare nella vita di tutti i giorni ponti, anziché muri tra le persone, le culture, le fedi?

MARCO FERRINI: Lo scopo più alto dello yoga consiste nel congiungersi con amore a Dio e, In virtù di quell’amore, possiamo intrattenere rapporti amorevoli con tutte le creature e il creato. Le buone relazioni favoriscono la migliore soluzione a tutte le crisi. Chi vede tutte le creature in me, e me in tutte le creature, è un amico benevole per tutti, si legge nella Bhagavadgītā. Se desideriamo serenità, gioia e abbondanza, seguiamo il flusso della vita aiutando ognuno a vivere secondo quelle modalità che favoriscono la evoluzione nostra e altrui.

Poiché precediamo la nascita e sussistiamo dopo la morte, se la nostra vita è ben impostata e vissuta, il nostro viaggio prosegue rapido verso la perfezione anche dopo la morte corporea. L’amore è la centralità della vita, la suprema meta da raggiungere, e lo yoga è lo strumento per conseguirla. Entrambe le parole però sono anche tra le più contraffatte e abusate, per cui necessitano degna rappresentanza. Vi auguro ogni bene umano e divino, ricordandovi che è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Per approfondire e seguire gli insegnamenti di Marco Ferrini visita i seguenti siti web:


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