Il dizionario Oxford Languages riporta questa definizione del termine procrastinare:
“Rinviare a un altro momento, differire, rimandare”.
Anche il Dizionario Garzanti offre la stessa spiegazione: “Rimandare a un prossimo futuro…”
L’etimologia della parola procrastinare viene dal latino: pro indica “avanti” e cras, “domani”.
Da un punto di vista sociale, il procrastinare qualcosa è considerato come atteggiamento negativo. È un comportamento che mina la produttività ed è inoltre sinonimo di mancanza di efficienza.
Anche a livello psicologico, è un modo di agire, anzi, di non agire ritenuto deleterio, soprattutto se diventa una modalità abitudinale.
Quando procrastinare può essere utile
Se intendiamo col procrastinare un comportamento che porta a rimandare una decisione o un’azione possiamo dire che, in taluni casi, tale atteggiamento potrebbe rivelarsi non motivo di inefficienza, bensì vantaggioso.
In certi frangenti, rinviare qualcosa al giorno successivo permette di riflettere, ponderare, valutare i pro e i contro. Oppure, permette di avere la giusta energia per compiere in maniera ottimale una certa azione, un certo compito.
Inoltre, se nella scala degli impegni ci sono incombenze più urgenti e importanti di altre è bene rivolgere l’attenzione a queste, rimandando appunto le altre meno impellenti al giorno dopo.
Quando procrastinare è dannoso
Il procrastinare è dannoso se diventa un’abitudine esistenziale. Le cause di un simile comportamento possono essere varie. Può dipendere da ansia, insicurezza, depressione oppure da un periodo di “svogliatezza”.
Auto-convincersi di essere pigri o stanchi – quando in realtà non è così – si rivela un comportamento di auto-sabotaggio.
Se la tendenza a procrastinare diventa quindi un’abitudine è bene capire le motivazioni più profonde e ciò è possibile solo grazie al sostegno di un professionista serio (psicologo, psicoterapeuta o counselor).
Un sostegno grazie ai fiori di Bach

Se il procrastinare non è un atteggiamento cronico, continuativo, ma solo temporaneo e causato, per esempio, da un periodo molto impegnativo, è possibile trovare sostegno grazie all’impiego dei fiori di Bach.
Questi rimedi floreali agiscono sul piano vibrazionale-energetico e quindi producono effetti a livello sottile. Vediamo di seguito quali fiori utilizzare a seconda di specifici casi.
Stanchezza mentale
Quando la causa principale del procrastinare deriva dalla stanchezza mentale, il fiore indicato è il Carpino (Hornbeam). Questo rimedio è adatto quando ci sono cali di energia o quando si cade nella routine a causa di un lavoro ripetitivo. Quindi è indicato per chi non si sente abbastanza forte; per chi teme di non farcela; per chi usa male la propria energia o lavora solo con la mente.
Auto-sabotaggio
Nel caso in cui la procrastinazione derivi da sensi di colpa e da un atteggiamento dovuto a un auto–sabotaggio ci viene in aiuto il rimedio floreale chiamato Pine, il Pino. Un rimedio che aiuta ad affrontare l’eccesso di autocritica, di vergogna. Questo rimedio è adatto per chi soffre di un eccesso di autocritica; per chi non è mai contento di sé, perché soffre per ogni sbaglio, anche minimo.
Sentirsi sopraffatti
L’olmo (Elm) è il rimedio adatto per quanti hanno bisogno di coraggio per affrontare gli impegni; per chi si sente in dovere di mettercela tutta; per chi non si tira mai indietro quando c’è un’emergenza; per chi chiede troppo a se stesso sovraccaricandosi di responsabilità e di fatica, fino a crollare.