Pratiche meditative in aereo per ritrovare la calma

In occasione di un viaggio in aereo molte persone si agitano, hanno paura di dimenticare i biglietti o addirittura di perdere il volo. Prima e dopo il check-in si possono vivere momenti più o meno concitati: i bagagli che devono essere controllati, la scelta del posto sull’aereo, l’attesa del decollo. Questo e altro ancora può causare stress. Per questo Sir Richard Branson, fondatore di una nota compagnia aerea, ha organizzato un volo aereo decisamente insolito: i passeggeri, anziché leggere, dormire, o guardare film, hanno praticato meditazione. Questo volo inconsueto è partito ed è atterrato a Sidney (Australia).

L’idea è nata dalla constatazione che è importante “addestrare la mente” e non soltanto il corpo. La meditazione – ha ricordato Branson – può avere un forte impatto sugli stati ansiosi dei passeggeri, placandoli o addirittura annullandoli. Il suo obiettivo è quello di incoraggiare sempre più passeggeri a utilizzare il tempo di un volo aereo in modo costruttivo, cioè addestrando la mente attraverso la meditazione. Le pratiche di presenza mentale diventano così esercizi quotidiani, che accompagnano le persone persino a 30mila piedi d’altezza. Meditare ad alta quota è oltretutto un’esperienza singolare, poiché le percezioni possono essere molto differenti per effetto della diversa gravità.

Branson ha inoltre incentivato gli stessi membri dell’equipaggio – assistenti di volo, hostess, piloti – a praticare meditazione. Per questo lo staff della compagnia aerea di cui fa capo Branson segue regolarmente sessioni di mindfulness. Il percorso viene agevolato anche dall’uso di applicazioni tecnologiche specifiche, che possono essere utilizzate sui propri smartphone, pensate per le esigenze professionali di chi è spesso in volo.

 

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