Posture yoga calmanti e antistress

Quando si è stanchi a livello psicofisico ci vengono in aiuto specifiche asana antistress, nonché esercizi di respirazione e tecniche meditative. In generale, la pratica dello yoga contribuisce a calmare i pensieri e a sciogliere le tensioni. Alcune posture favoriscono una maggiore distensione del corpo e consentono di placare il turbinio dei pensieri che ci si porta appresso dopo una giornata intensa e frenetica. Vediamo di seguito alcune pratiche, mirate, al fine di ritrovare la quiete interiore.

La respirazione a narici alternate

Un efficace pranayama antistress è la respirazione a narici alternate. Per eseguirla è consigliabile assumere una postura assisa. Inizialmente, si respira in modo calmo e naturale, poi, con gli occhi chiusi, si diventa sempre più consapevoli del flusso dell’inspiro e dell’espiro. Si solleva quindi la mano destra e si ripiegano l’indice e il medio verso il palmo. Si porta il pollice destro sulla narice destra per chiuderla leggermente. Si inspira dalla narice sinistra, poi si chiude la narice sinistra con l’anulare destro e si apre la narice destra. Si espira dalla narice destra. Si inspirate dalla narice destra, poi la si chiude con il pollice destro e si espira dalla narice sinistra. Dopo aver completato un ciclo si continua per altri tre cicli, per poi intensificare con la pratica il tempo di pratica.

Balasana, la posizione del bambino

Si inizia partendo dalla posizione a carponi. Schiena e collo sono paralleli al suolo e anche lo sguardo è rivolto verso terra. I palmi delle mani sono ben appoggiati sul tappetino. Espirando si spinge il bacino indietro e verso il basso, mentre la fronte poggia delicatamente a terra. L’addome è appoggiato sulle cosce. I piedi sono uniti; le braccia sono distese ai lati del busto e i palmi delle mani sono rivolte verso l’alto. Spalle e schiena sono rilassate. Si rimane in questa posizione per alcuni cicli respiratori, portando l’attenzione all’area addominale. Per uscire dalla postura si appoggiano i palmi delle mani a terra, ai lati delle ginocchia, e ci si solleva lentamente.

Malasana, la postura della ghirlanda

Si inizia partendo da Tadasana, la posizione della montagna. I piedi sono leggermente aperti. Espirando si flettono le ginocchia sino a raggiungere una postura accovacciata. Si allargano le ginocchia, lasciando i piedi uniti, mentre le piante dei piedi sono appoggiate al pavimento. Quando si aprono le ginocchia si portano i gomiti all’interno delle cosce. Le mani sono in Anjali Mudra (le palme delle mani sono unite). Una volta raggiunta questa postura si esercita una leggera pressione nell’interno cosce attraverso i gomiti: ciò favorisce una maggiore apertura delle anche. Spostando poi il busto in avanti, si afferra con le mani la parte posteriore delle caviglie, si abbassa la testa sino ad appoggiare la fronte sul pavimento. Si mantiene la postura per alcuni cicli di respirazione. Per sciogliere la postura si appoggiano le mani a terra, in linea sotto le spalle, e nell’inspiro si solleva piano la testa.

Savasana, la posizione del cadavere

Si esegue in posizione supina, sdraiandosi a terra, tenendo le braccia lungo i fianchi e le mani aperte con i palmi rivolti verso l’alto. Le gambe sono leggermente allargate, i piedi si aprono verso l’esterno. Il respiro è naturale e spontaneo. Gli occhi sono chiusi, ma non serrati. Bisognerebbe rimanere in questa posizione per almeno cinque minuti. Questa postura viene in genere eseguita al termine di una sessione yoga. Savasana infatti fa parte della fase di rilassamento. Nel caso in cui si avvertano fastidi alla schiena, si possono portare i piedi vicino al bacino, le ginocchia sono alzate. In alternativa, si può mettere una coperta ripiegata o un bolster sotto le ginocchia.

Meditazione

Per concludere la sequenza rilassante e antistress si entra in uno stato meditativo, dopo aver superato la fase del ritiro dei sensi e quella per sviluppare uno stato di concentrazione. Le pratiche meditative sono valide tutte: dalla meditazione sul respiro alla meditazione della montagna. Qui segnaliamo la meditazione sui colori. Si assume la “posizione del cadavere” mettendosi in Savasana. Dopo aver compiuto una serie di respiri profondi ed essersi distaccati dai sensi si incomincia a visualizzare un determinato colore scelto in precedenza. Durante le prime meditazioni è meglio focalizzare l’attenzione su un solo colore. Se la visualizzazione del colore scelto risulta difficile si può immaginare un oggetto che lo rappresenti: per esempio, se vogliamo meditare sul colore verde possiamo immaginare un bel prato rigoglioso, mentre se si vuole meditare sul giallo si può immaginare un fiore di questo colore. Per impregnarsi del colore scelto si immagina di essere immersi e avvolti in esso. In questo modo si assorbono le sue vibrazioni energetiche. Per approfondire la meditazione sui colori clicca qui.

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