Perché meditare in riva all’acqua fa bene

L’acqua ha un potere rigenerante per il corpo e per la mente. Rimanere in riva al mare, a un fiume o a un lago produce uno stato di calma interiore e di profonda armonia. Questa condizione di quiete nasce da una serie di fattori: dal colore azzurro-blu dell’acqua ai profumi che aleggiano nell’aria, dai movimenti placidi o fluttuanti delle onde alla bellezza del paesaggio. Secondo Wallace J. Nichols, autore del libro Blue mind (pubblicato in Italia da Macro Edizioni), gli esseri umani, nel corso dei millenni, hanno plasmato connessioni neurologiche che nascono proprio dal contatto con l’acqua.

Cervello, acqua e nuove tecnologie

Queste connessioni neurologiche producono uno stato di serenità e di gioia. Tale correlazione è stata possibile metterla scientificamente in evidenza grazie agli sviluppi tecnologici e alle varie ricerche portate avanti in questi ultimi decenni, in particolare negli Stati Uniti. Tra le strumentazioni d’avanguardia che hanno permesso di rilevare tali connessioni vi è una cuffia per immersioni il cui acronimo è EGG. Si tratta di un elettroencefalografo mobile, creato dal dottor Stephen Sands, esperto di scienza bio-medica. Tramite queste nuove tecnologie possiamo conoscere sempre più in profondità cosa accade nel nostro cervello in determinate situazioni. Grazie all’elettroencefalografo mobile e alla risonanza magnetica funzionale per immagini i neuroscienziati hanno la possibilità di vedere in tempo reale quali aree cerebrali sono stimolate in funzione dell’ambiente e di altri fattori. Rimanere a stretto contatto con l’acqua stimola proprio quelle parti del cervello che ci predispongono alla calma e alla serenità.

Meditazione, presenza mentale e cervello

Le nuove tecnologie applicate da ricercatori innovativi hanno permesso anche di constatare scientificamente come la meditazione modifichi le connessioni neuronali, stimolando tra l’altro quelle aree cerebrali preposte alla calma e alla felicità. Ciò è stato confermato dalle indagini effettuate da un gruppo di neurofisiologi e neuroscienziati che hanno studiato il cervello di Matthieu Ricard. Egli è un monaco buddhista, ex biologo molecolare, famoso per essere stato definito “l’uomo più felice del mondo”. Questa definizione nasce proprio dagli studi portati avanti da un gruppo di scienziati americani.

Grazie all’ausilio della risonanza magnetica, hanno potuto capire quali aree del cervello vengono attivate durante lo stato meditativo. Da tali studi è emerso come la meditazione abbia il potere di modificare il cervello “in maniera funzionale e strutturale”, ha evidenziato lo stesso Matthieu Ricard. Modificando le connessioni neuronali cambia la prospettiva con cui si percepisce e si guarda il mondo. La meditazione e il contatto con l’acqua attivano quindi un profondo stato di benessere.

Pratica meditativa in riva all’acqua

Si possono adottare diverse tecniche meditative rimanendo in riva all’acqua. Qui di seguito segnaliamo la meditazione camminata, tramite la quale si assorbono i benefici dell’Earthing (per approfondire l’Earthing clicca qui).

La seguente pratica è preferibile attuarla al mattino presto o al crepuscolo.

  • Si tolgono i sandali o le infradito e si inizia a percepire il contatto con la terra o con la sabbia. Si rimane per alcuni istanti in piedi percependo la forza e il calore del suolo.
  • Dopo di che, si entra nell’acqua, bagnando solo i piedi sino alle caviglie. Si rimane per alcuni istanti in piedi percependo la freschezza e il flusso dell’acqua.
  • Si inizia a camminare molto lentamente, rimanendo sempre in connessione con l’elemento acqua. Si percepiscono le sensazioni corporee, i profumi che si avvertono e le percezioni interiori. Il respiro è naturale e consapevole.
  • Questa semplice pratica meditativa può durare 5 minuti o più tempo. L’importante è rimanere centrati. Poi ci si lascia andare rimanendo in profonda connessione con se stessi e l’ambiente.

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