La mancanza di fiducia in se stessi è uno dei fattori che ostacola alcune scelte e pone freno all’evoluzione personale. In taluni casi, la fiducia in sé viene rimandata a un futuro più o meno lontano, quando cioè si manifestano determinate condizioni. Per esempio, la mancanza di fiducia nelle proprie capacità o nel proprio modo di essere è legata all’aspetto fisico, o ai rapporti interpersonali e d’amore, o alla situazione economica o professionale. La mancanza di fiducia deriva in molti casi da un’errata percezione della realtà e da un’analisi sbagliata di ciò che è importante. Per nutrire fiducia in se stessi occorre amarsi e accettare ogni aspetto della propria personalità.
Occorre amare e accettare fragilità e limiti che in quel dato momento della vita ci accompagnano. Accettare, amare ed essere consapevoli dei propri limiti è il primo passo per far luce su ciò che possiamo o non possiamo realizzare. Questa presa di coscienza spinge a lavorare su se stessi per affrontare quei limiti e quelle insicurezze che abbiamo individuato in noi. Le fragilità e i limiti possono essere di differente intensità, possono essere più o meno profondi, legati all’infanzia o una programmazione indotta dalla famiglia. Individuarli e dar loro un nome è già fondamentale per poterli superare. Importante al contempo valorizzare il proprio potenziale.
Ognuno è dotato di una particolare abilità, nello sport, a livello artistico o creativo, in cucina, ecc. E ognuno ha specifiche qualità morali o attitudini. Mettere a fuoco gli aspetti positivi permette di alimentare fiducia in sé. Il quadro della propria realtà muta, perché si diventa maggiormente consapevoli sia dei proprio limiti, sia delle proprie capacità. A questo punto, si può lavorare positivamente in entrambe le direzioni: sfidando se stessi per superare o per accettare semplicemente una o più fragilità, e valorizzando ancor di più le nostre qualità. Tutto però inizia con l’amarsi e con l’accettare anche quei lati più ombrosi di sé.