Muladhara chakra, riequilibrarlo con lo yoga

Il Muladhara chakra è il primo centro energetico, situato alla base della colonna vertebrale, nel perineo. Si tratta di un centro vitale, definito anche plesso sacro. Esso rientra nel corpo sottile, quella dimensione dell’essere che non si può vedere, ma nella quale fluisce l’energia in modo libero e armonioso, oppure in modo difficile, stagnante se ci sono blocchi.

Swami Saraswati Sivananda ha che affermato che il Muladhara chakra influenza non solo la parte bassa e “terrena” del corpo, ma anche la mente. Infatti, si pensa spesso ai chakra come centri energetici da analizzare singolarmente, e che lavorano in una certa area corporea; ciò è vero, ma è anche vero che sono tra loro interrelati e si influenzano. Per questo lavorare e riequilibrare Muladhara ha effetti benefici anche sugli altri centri. Ci si sente meno inquieti e più vitali una volta che il flusso energetico può scorrere liberamente in Muladhara. Vediamo di seguito alcune asana che lavorano proprio su questo chakra radice.


Dandasana attenzioneDandasana

Dandasana è una postura di base. Si tratta di una posizione che risulta un punto di partenza per l’esecuzione di torsioni e di altre asana sedute. A livello simbolico quest’asana rappresenta la stabilità. Difatti la colonna vertebrale è mantenuta dritta e le gambe sono tese in avanti.

Come si esegue Dandasana

Per eseguirla secondo la tradizione del maestro Iyengar ci si siede a terra. Le gambe sono distese, la schiena è ben eretta. Si uniscono le ginocchia e le caviglie. Le mani sono appoggiate al tappetino yoga, accanto ai fianchi e le dita sono rivolte in avanti. Gambe e busto formano un angolo retto. Le dita dei piedi sono rivolte verso l’alto e i talloni sono ben appoggiati al suolo. Per allungare bene verso l’alto la parte superiore del corpo si premono le mani a terra. La testa guarda in avanti- Si solleva un poco la parte alta del torace. Si mantiene Dandasana per almeno 3 o 4 cicli respiratori. La stabilità di quest’asana infonde concentrazione. Questa posizione è in apparenza molto semplice. In realtà, occorre considerare i vari dettagli dell’asana, dalla posizione dei piedi a quella delle mani.


Hanumanasana, la spaccata frontale

Hanumanasana significa “posizione della scimmia”. Il nome deriva da Hanuman, una delle divinità indiane più amate e popolari in India. Questa postura non è adatta ai principianti, poiché richiede elasticità e flessibilità negli arti inferiori.

Come si esegue Hanumasana

HanumanasanaPer eseguire Hanumasana, ci si inginocchia sul tappetino yoga. Si distende la gamba sinistra in avanti. Il respiro è profondo e rilassato, senza sforzo. Si appoggiano le mani ai lati del busto per sostenere il movimento. Si allunga poi la gamba destra indietro. Spingendo ancora più avanti la gamba sinistra si cerca di intensificare spaccata, portando il bacino verso terra. Lo sguardo è frontale. Si portano le mani davanti al torace, unendo i palmi delle mani formando l’Anjali Mudra. Hanumasana stimola un maggior flusso di energia, equilibra le energie sottili, e aiuta a stimolare il Muladhara Chakra, infondendo forza e coraggio.


Vrksasana, la posizione dell’albero

Vrksasana alberoÈ una posizione indicata per stimolare Muladhara Chakra. Vrksa significa “albero”. È una delle posizioni base che aiuta a radicarsi alla terra. Al contempo, agevola un intenso allungamento verso l’alto; in questo modo attiva la concentrazione e un profondo equilibrio. È associata al Muladhara Chakra, il centro energetico collegato al senso di radicamento e di stabilità. Questo processo di stabilità e di equilibrio avviene tramite il corpo, ma gli effetti benefici si manifestano anche sul piano mentale ed energetico, poiché queste dimensioni sono interconnesse.

Si esegue partendo da Tadasana. Lo sguardo è rivolto in avanti. Ci si focalizza su un punto preciso per sostenere la concentrazione. Con attenzione si sposta il peso del corpo sul piede sinistro. Lentamente e in modo consapevole si alza il piede destro portandolo verso l’interno della coscia sinistra, vicino all’inguine. Il ginocchio della gamba sollevata è spinto all’indietro. Il busto è ben allungato. Le mani si possono portare davanti al petto, per formare l’Anjali Mudra. Oppure le braccia si possono portare in alto, oltre il capo, ben allungate, con i palmi che si toccano: in questo modo le braccia agevolano l’allungamento del busto. Lo sguardo è rivolto in avanti. Dopo una serie di cicli respiratori si esegue dall’altro lato.

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