Midori no hi è una festa molto amata nel Sol Levante. Rientra in quel ciclo di cerimonie che celebrano la bellezza della natura.
Ricordiamo per esempio l’hanami, termine giapponese che indica la contemplazione dei fiori, in particolare dei sakura, ovvero degli alberi di ciliegio.
La consuetudine di migliaia di giapponesi di recarsi in un parco, in un giardino, in un luogo dove fioriscono i ciliegi è molto antica. Da oltre dieci secoli viene mantenuto in vita il rituale volto a contemplare la bellezza degli alberi in fiore. Nell’arco di varie settimane, i giapponesi vivono al ritmo delle fioriture. Un’occasione per le famiglie di riunirsi, anche con amici, ai piedi degli alberi in fiore.

Midori no hi è una festa introdotta in terra nipponica di recente. Era il 1989 quando venne inserita nel calendario nazionale. Inizialmente cadeva il 29 aprile, ma siccome questo giorno corrisponde a un’altra data importante per i giapponese, ovvero il compleanno dall’imperatore Shōwa (1926-1989), nel 2007 si è deciso di spostarla al 4 maggio. La sovrapposizione si spiega col fatto che fu proprio l’imperatore Shōwa a ideare la festa della natura, essendo un regnante molto legato alla Madre Terra. Per non confondere quindi le due celebrazioni, sono state suddivise: l’una – la commemorazione della memoria dell’imperatore Shōwa cade il 29 aprile, l’altra – Midori no hi – il 4 maggio.
Il significato concreto di Midori no hi
Midori no hi vuole essere una celebrazione della natura nel senso più ampio, oltre che un’occasione per impegnarsi a salvaguardarla. In termini concreti, quindi, i giapponesi, in questa giornata, compiono piccoli-grandi gesti volti a proteggere l’ambiente: si puliscono parchi e luoghi pubblici e si piantano nuovi alberi. Il giorno della natura viene celebrato anche attraverso vari eventi, festival, incontri.
Midori no hi si collega alla filosofia dello shintoismo, in cui è centrale l’amore e il rispetto per Madre Terra e per tutte le sue espressioni. Secondo lo shintoismo, luoghi come fiumi, montagne, foreste, cascate, rocce… sono sedi dei kami.

I kami – parola che significa “ciò che è al di sopra degli uomini” o “superiore alla condizione umana” – sono divinità celesti o terrestri, sono ovunque in Giappone. Grazie a questa concezione filosofica, spirituale e animista, gli elementi della natura sono deificati e, perciò, protetti, rispettati.
Non è un caso, che gli artisti giapponesi, nel corso dei secoli, abbiamo celebrato la sacralità della Natura attraverso le loro opere, giunte sino a noi e apprezzate, ancora oggi, in tutto il mondo. Basti pensare all’arte di Hokusai, in cui la natura e l’essere umano sembrano intrecciarsi e diventare una sola immagine.

a cura di Silvia C. Turrin