Settembre è sinonimo di rientro per tante persone. Riprendono le varie attività, lavorative e scolastiche. E ripartono anche i corsi di yoga. Però, il rientro, per molti, porta con sé uno stato di inquietudine e di ansia. La gioia e il relax delle vacanze estive cedono lentamente il passo agli impegni, alle responsabilità e al ritorno di ritmi più veloci. Il benessere emerso durante le ferie rischia di perdersi nel mare delle incombenze quotidiane.
Per allontanare o gestire l’ansia da rientro ci vengono in aiuto
lo yoga e le pratiche meditative.
- In primo luogo, l’aspetto da considerare è la regolarità, cioè la pratica occorre che diventi una sana abitudine quotidiana; solo così si possono percepirne davvero i benefici.
- In secondo luogo, chi percepisce l’ansia da rientro dovrebbe dedicarsi a quelle pratiche yogiche che favoriscono il rilassamento, la concentrazione e la calma psicofisica.
In tal senso, sono indicate sia specifiche tecniche di respirazione, sia alcuni tipi di meditazione.
Per quanto riguarda la respirazione, le tecniche consigliate sono quelle che promuovono l’equilibrio del sistema nervoso, come Nadi Shodhana e Brahmari Pranayama.
Nadi Shodhana indica la respirazione a narici alternate. Questa pratica è molto utile per migliorare la concentrazione e per essere più centrati.
Per praticare Nadi Shodhana si consiglia di assumere una posizione a gambe incrociate. La schiena è dritta ma non rigida. Le mani sono appoggiate sulle cosce. Si alza la mano destra e si piegano l’indice e il medio verso il palmo; si porta quindi il pollice destro sulla narice destra e per chiuderla si preme leggermente con il pollice. Si inspira in modo profondo dalla narice sinistra contando almeno cinque tempi.
In una seconda fase, si chiude la narice sinistra con l’anulare destro e si apre contemporaneamente quella destra. Si espira dalla narice destra contando almeno cinque tempi. Si inspira quindi dalla narice destra, la si chiude e si riapre quella sinistra, espirando attraverso essa.
In questo modo si conclude un ciclo respiratorio.
Brahmari Pranayama è una pratica che consigliava Satyananda Paramahansa e che definiva “controllo ronzante del prana”. Una definizione che mette l’accento sul ronzio che viene prodotto proprio durante questo tipo di respirazione.
Si esegue assumendo una postura meditativa assisa. La colonna vertebrale è ben dritta, ma non rigida. Gli occhi sono chiusi e rilassati. La bocca è chiusa, ma non serrata. Si inizia ponendo l’attenzione cosciente sul respiro naturale, senza sforzo. Si inspira attraverso entrambe le narici. La respirazione è lenta e profonda. Quando i polmoni sono pieni, si trattiene il respiro per qualche secondo. In questa fase si può pratica mula bandha. Dopo pochi secondi si ritorna a respirare in modo naturale, ma profondo.
In questa fase, espirando si produce un ronzio tra naso e gola. Il suono è lungo, continuo, proprio come quello di un’ape. L’espirazione è lenta e costante. Questo pranayama viene eseguito anche chiudendo delicatamente, sempre premere troppo, le orecchie con l’indice di ogni mano (i gomiti sono sollevati). Ciò aiuta a isolarsi e a rimanere concentrati sulla respirazione. L’aspetto importante di questa tecnica è dato dalla vibrazione sonora emessa mentre si espelle l’aria. Il suono simile al ronzio è l’elemento centrale della respirazione Brahmari. Il ronzio dovrebbe propagarsi in tutto il corpo, in particolare nella testa.
Questo Pranayama è adatto come fase preliminare alla pratica meditativa.
Per quanto riguarda le pratiche meditative, per gestire l’ansia da rientro sono consigliate in particolare la meditazione sul respiro e il body scan. Si tratta di meditazioni accessibili a tutti, basate sull’attenzione cosciente e sulla consapevolezza del corpo.
Più vengono praticate in modo regolare più si otterranno profondi benefici a livello fisico, mentale ed energetico.