Si parla tanto di meditazione negli ultimi anni, grazie ai suoi numerosi benefici. I vantaggi nel praticarla quotidianamente sono stati messi in risalto da numerose ricerche avviate in vari centri. Da questi studi sono emersi una serie di dati interessanti. Dopo otto settimane di pratica regolare i livelli di stress diminuiscono; la capacità di concentrazione aumenta; si riesce a gestire meglio le emozioni negative senza essere sopraffatti da esse; si è più costruttivi e propositivi. Anche a livello fisico la pratica della meditazione è benefica, per il ritmo cardiaco, per il metabolismo, per la pressione sanguigna e per la respirazione. Non tutti, però, hanno tempo per meditare quotidianamente. Gli impegni sono sempre svariati e le ore non bastano mai per fare tutto ciò che si desidera. Per questo, ci si pone la domanda: bastano soltanto 10 minuti di meditazione per ottenere i benefici? La risposta è “ni”.
Meditare 10 minuti piuttosto che niente
La risposta è “ni”, perché per accedere alla vera e propria meditazione occorre prima entrare nella fase chiamata Pratyara, in cui avviene il ritiro dei sensi. Questa fase può essere più o meno lunga, a seconda dei livelli di stanchezza e di concentrazione del momento, oltre che dall’esperienza meditativa sinora maturata. Nella fase di Pratyara prepariamo il corpo e la mente a rilassarsi e a entrare nella dimensione interiore. Dopo di che si entra nella fase chiamata Dharana, parola che in sanscrito significa concentrazione. Con Dharana ci allontaniamo ancor di più dal mondo esterno e percepiamo una profonda pace interiore. Solo dopo queste prime fasi è possibile entrare in uno stato meditativo. Quindi, nel momento in cui si decide di “meditare” per poco tempo, come soltanto 10 minuti, in realtà, non possiamo sempre parlare di meditazione. Se la persona ha già una notevole esperienza nella pratica saprà come entrare più facilmente in uno stato meditativo. Se invece la persona è neofita, questi 10 minuti di pratica possono rientrare nelle fasi di Pratyara e di Dharana, producendo comunque importanti benefici.
Perché sono sufficienti anche pochi minuti
Quando si è sommersi dagli impegni sembra che una pausa anche di soli 10 minuti possa interrompere la nostra attività e possa decontrarsi. In alcuni casi, è vero. Occorre infatti capire quando è meglio fare una pausa. Ce ne possiamo accorgere quando emergono segni di stanchezza mentale, quando facciamo fatica a concentrarsi. Continuare nella normale attività in queste condizioni può non portare a buoni risultati. Ecco che prendere una pausa consapevole di 10 minuti aiuta a sbloccare la situazione e a far riemergere l’attenzione.
Come praticare nell’arco di 10 minuti
In questa piccola pausa quotidiana si possono adottare varie tecniche per recuperare la concentrazione e le energie. La tecnica basilare è porre l’attenzione al respiro. Si diventa cioè consapevoli dell’inspiro e dell’espiro. La respirazione è naturale, ma profonda. Si può portare l’attenzione o ai movimenti dell’addome che si abbassa e si alza, o all’aria che entra e fuoriesce dalle narici. Se la situazione lo permette, si può uscire all’aperto e praticare la meditazione camminata, portando l’attenzione alle sensazioni fisiche e mentali che si provano mentre procediamo con passi lenti. Un’altra semplice tecnica attuabile nell’arco di 10 minuti è la meditazione sui colori. Se per esempio abbiamo bisogno di tranquillità possiamo visualizzare nella nostra un cerchio verde o un bel prato verde: assorbiamo il colore verde e ne traiamo i suoi benefici. Se invece abbiamo bisogno di energia e di concretezza visualizziamo un cerchio rosso. Queste sono solo alcune delle tante tecniche che si possono adottare in un tempo così breve. Il consiglio rimane comunque quello di scegliere almeno uno o due giorni in cui praticare la meditazione per almeno 30 o 40 minuti. In questo modo la pratica sarà comunque regolare. Alternando i 10 minuti con un tempo più lungo possiamo comunque trarre profondi e duraturi benefici.