Chi pratica yoga, meditazione e altre filosofie orientali sa che il corpo umano non è soltanto materia: ne abbiamo parlato nel post “Energia sottile e i 5 Kosha”. Ogni individuo, secondo le tradizioni orientali, è composto da cinque involucri, chiamati in sanscrito Kosha. Sono involucri che circondano l’essenza spirituale dell’uomo, il Sé, l’Atman. Come si legge anche nell’antico testo dei Veda, ogni essere vivente – e con questa accezione si fa riferimento anche agli animali e alle piante – è formato da un corpo fisico, un corpo sottile (detto anche energetico) e un corpo spirituale (l’Atman).
I 5 kosha
- Annamaya Kosha, l’involucro fisico, è l’involucro più esterno
- Pranamaya Kosha, l’involucro vitale, è l’involucro energetico
- Manomaya Kosha, l’involucro mentale, è legato alla mente, ai pensieri e ai sensi.
- Vijnanamaya Kosha, l’involucro psichico, è l’involucro della conoscenza
- Anandamaya Kosha, l’involucro della beatitudine, è legato alla sfera più spirituale e si esprime attraverso la felicità e la beatitudine.
Presenza mentale e Kosha
Per sviluppare una maggiore consapevolezza del nostro corpo nella sua globalità si possono adottare pratiche di presenza mentale connesse ai cinque Kosha. Si tratta di meditazioni che sviluppano attenzione e concentrazione. Vengono effettuate portando la mente ai differenti involucri, rivolgendosi con profonda attenzione su di essi, sulle loro caratteristiche e qualità. Ciò aiuta a connettersi in profondità con il proprio corpo, attraverso una visione olistica, dunque completa, che abbraccia la materia, l’energia e lo spirito.
Come meditare sui Kosha
Selene Calloni Williams, suggerisce una pratica meditativa per ogni Kosha. Durante i primi respiri profondi, si visualizza il respiro scorrere nell’Annamaya kosha, l’involucro apparente, visibile ai sensi comuni, fatto di carne e sangue. Durante i successivi respiri profondi si visualizza il Pranamaya Kosha, un involucro di luce dai molti colori. Nel corso di altri respiri profondi, si visualizza il Manomaya Kosha, un corpo di luce che interpenetra i primi due involucri, ma si estende circa un metro e mezzo oltre i confini di questi. Quindi, respirando ancora in modo profondo, si visualizza il Vijnanamaya Kosha, il corpo della buddhi, dell’illuminazione e del risveglio.
Un involucro di luce dai molti colori che interpenetra gli altri corpi, ma che è estremamente più vasto di questi, capace di estendersi fino ai confini del cosmo e nello stesso tempo può rendersi piccolo come un seme di sesamo e dimorare al centro del corpo di carne e sangue. In questa fase è possibile percepire l’unione con il tutto. Infine, si respira nell’Anandamaya Kosha, che è un uovo dorato che avvolge tutti gli altri corpi ma non li delimita, si espande e si riduce con essi al ritmo del respiro. Meditando su tutti si diventa presenti e consapevoli della propria complessità, percependo il corpo, la mente e l’anima.