Meditare al suono del Gong

Le vibrazioni del Gong conducono a un profondo rilassamento. La pratica meditativa, accompagnata dai suoni di questo antico strumento, permette di attivare un benessere psicofisico attraverso la stimolazione dei chakra. Da millenni impiegato per scopi rituali, religiosi e sociali, il Gong è associato anche alla pratica dello yoga e della meditazione, poiché sprigiona vibrazioni particolari che interagiscono positivamente sulle energie del corpo sottile.

Ci sono diversi modi per sperimentarne i benefici. Per esempio, si può semplicemente rimanere in savasana, oppure, si può assumere la classica postura meditativa a gambe incrociate, o nella posizione del loto o del semi-loto. In un bagno di Gong i suoni che emana lo strumento formano una sorta di “base sonora”. A sua volta questa base sonora interagisce con le altre note generate dal Gong. Il ricevente assorbe le vibrazioni e il corpo viene stimolato a livello sottile proprio dai suoni.

I chakra si attivano, liberandosi da blocchi e da chiusure. Attraverso una relazione di risonanza con le vibrazioni sonore, il corpo trae beneficio a livello fisico ed energetico. Il maestro conduce progressivamente il ricevente in uno stato di profonda calma e armonia, prima con suoni lievi, poi cambiando ritmo e intensità. Queste modifiche nei suoni agiscono sulle onde cerebrali del ricevente.

La frequenza che viene stimolata è quella delle onde Alpha (da 8 a 14 Hz), tipiche di una condizione di rilassamento profondo. Chi è impegnato in una seduta di meditazione o di yoga presenta un’attività cerebrale di tipo Alpha . In alcuni casi è possibile che la frequenza si attesti sulle onde Theta (da 4 a 8 Hz), che rappresentano quella condizione tipica di chi sperimenta una meditazione profonda, o di chi si trova nella fase REM del sonno. Grazie all’attivazione di queste onde cerebrali chi si immerge in un bagno di Gong percepisce un benessere globale.

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