Max Strom – Intervista di Deborah Gheller

Il workshop di Max Strom previsto dal 3 al 5 Aprile 2020 è stato posticipato al 5-6-7 febbraio 2021.
La location rimane invariata:
City ZEN a Milano.

In vista di quell’Evento e per approfondire il suo percorso, Deborah Gheller lo ha intervistato.


Raccontaci di come hai iniziato a praticare il respiro e la consapevolezza del corpo

«La svolta è stata quando ho iniziato a praticare Hatha yoga perché, mi ha aiutato a sentirmi meglio e a dormire meglio. Ma quello che non mi aspettavo e che mi ha stupito scoprire è che ha cambiato il modo in cui ho risposto al mondo in generale. La mia pratica mi ha aiutato a rimuovere l’armatura che indossavo fin da bambino. Tra i venti e i trent’anni ho attraversato un periodo della mia vita in cui non ho pianto. Anche se guardavo un film molto triste, non c’era una lacrima. Ero molto chiuso, ma attraverso lo yoga e la respirazione tutto ha cominciato ad aprirsi, come un guscio che si rompe. Ora ci vuole ben poco perché le lacrime escano dai miei occhi. Dopo questo cambiamento, è difficile da spiegare, ma anche il mio processo decisionale è cambiato. Le mie priorità sono cambiate. Oltre a sentirmi meglio e a dormire meglio, ho iniziato a sentirmi felice per la prima volta in vita mia. In altre parole, non avevo bisogno di cose che mi stimolassero per sentirmi vivo. Ho solo iniziato a sentirmi davvero bene la maggior parte del tempo. A un certo punto i miei amici mi hanno sollecitato a insegnare e ho scoperto subito che non c’era esperienza migliore in termini di interazione sociale, che condividere conoscenze e pratiche così importanti che potevano influire su di loro nello stesso modo in cui influivano su di me. Le posture yoga sono state molto utili, ma è sicuramente il lavoro di respirazione l’aspetto più essenziale della pratica».

Come spiegheresti il “lavoro di respirazione”, le pratiche di consapevolezza di sé e del corpo in termini semplici a un principiante dello yoga?

«Quando tengo delle lezioni, chiedo spesso a chi fossero stati insegnati gli esercizi di respirazione a scuola. Questo provoca qualche risata e raramente qualcuno alza la mano. Faccio poi notare che, in generale, le uniche persone a cui viene insegnato a respirare sono le donne incinte. La medicina moderna sembra aver accettato che gli esercizi di respirazione aiutano a gestire la paura e il panico, ad aumentare la concentrazione mentale e la chiarezza, e anche a diminuire il dolore fisico, ma apparentemente lo riconosce solo per le donne che partoriscono. Ma che dire delle persone del reparto ustionati, o del reparto ortopedico dove le persone sono in trazione con più ossa rotte? E che dire dei nostri soldati di ritorno dalla guerra con il PTS? Non gli viene insegnato a respirare per gestire il loro dolore fisico e/o emotivo. E che dire di tutti gli altri che soffrono, che hanno paura o che hanno bisogno di concentrarsi in una situazione caotica? Non ci viene insegnato a respirare. Solo alle donne incinte. È incredibile se ci pensate. L’obiettivo dell’apprendimento dei modelli di respirazione è di migliorare la qualità della vita, soprattutto in situazioni di crisi, e di prevenire l’accumulo di ansia».

Qual è la cosa più importante che vorresti che gli studenti ottenessero dai tuoi workshop e incorporassero nella loro vita?

«La cosa più importante è imparare ad usare i modelli di respirazione per mitigare l’ansia da stress e i problemi del sonno. Migliorando queste cose tutta la vostra vita migliora».

Come hai visto il cambiamento manifestarsi nel tempo con il respiro e il lavoro sul corpo? Qual è la differenza principale che noti nei tuoi studenti come risultato di queste pratiche?

«La differenza principale che vedo nei soggetti che praticano la respirazione, soprattutto quando diventa una pratica quotidiana, è che riescono a liberarsi dei problemi del passato che continuano a perseguitarli. E quando lo fanno diventano più felici e più sani, soprattutto nelle relazioni interpersonali».

Viaggi in tutto il mondo per condividere e insegnare la tua pratica . È adatta a culture diverse?

«La cultura del Nord Europa – che per me include il Nord America – non ha mai fatto un buon lavoro nell’esprimere e comunicare le emozioni. Questo ci fa sentire più isolati e quindi soli. La solitudine è una condizione sociale sempre esistita, ma ora è estremamente aggravata dall’uso delle tecnologie digitali. È una conseguenza imprevista. Abbiamo bisogno che le nostre relazioni avvengano il più possibile nella vita reale e in tempo reale. Abbiamo bisogno di essere il più possibile a contatto con la natura. Abbiamo bisogno di cibo sano che ci faccia sentire bene dopo aver mangiato e che non ci appesantisca, stimolando sonno e pigrizia. Non è così complicato, ma è un grosso problema in tutto il mondo».

Puoi condividere con noi la tua pratica quotidiana e spiegarci come ha contribuito a migliorare la tua vita? Potresti anche suggerire come uno studente possa iniziare a incorporare queste pratiche nella sua vita quotidiana?

«Il mio principale esercizio sul tappeto è Inner Axis 30. Una pratica di 30 minuti di respirazione con movimenti semplici e aggraziati. Può farlo chiunque, a qualsiasi età indipendentemente dalle caratteristiche fisiche come il peso. Questo è il bello. È totalmente accessibile e ne senti gli effetti fin dalla prima volta. Potete seguire l’esercizio con un video su YouTube, cercando Inner Axis 30. Inoltre, uso diversi metodi di respirazione per addormentarmi e per viaggiare in aereo. Uno dei metodi principali che uso per mantenere la mia sanità mentale e la mia salute in generale è di stare lontano dalla politica e di rimanere concentrato sulle questioni umane che trascendono la tecnologia, la moda o anche questo secolo. Penso che le questioni umane essenziali non siano cambiate molto negli ultimi 50.000 anni. Per questo, mi concentro su cose come la comunità, mangiare insieme agli amici, creare musica piuttosto che limitarsi ad ascoltare copie digitali, e cercare di creare più bellezza nel mondo».

Oltre a leggere i tuoi libri e ad ascoltare i tuoi podcast, come possiamo prepararci per i tuoi workshops sullo yoga e sul respiro?

«Suggerisco di andare su YouTube, cercare Inner Axis 30 e seguire il video. Se volete, potete trovare la mia app (attualmente solo per iPhone) sull’app store cercando Strategic Breathing. In questo modo potete usarla ovunque abbiate il vostro telefono o tablet. Secondo me è di gran lunga la migliore app disponibile per la respirazione. Se fate questi esercizi 5 o 10 volte prima di venire ai miei eventi non avrete nessun problema. Se non avete tempo, come ho detto, non sono comunque eventi difficili da seguire».

Presto visiterai la nostra meravigliosa Milano, spesso considerata un luogo non solo vibrante ma anche frenetico. Come pensi che le tue pratiche e i tuoi workshop possano essere utili agli studenti che vivono qui?

«Più l’ambiente è affollato e stressante, maggiore è l’impatto che gli esercizi hanno. Questo tipo di lavoro è stato concepito precisamente per questo periodo stressante e ansioso in cui viviamo. Si può essere vittime dello stress, oppure si può imparare a mitigarlo e a rilasciarlo così che non induca a scelte e comportamenti danneggianti».

Uno dei vostri workshop sarà dedicato agli insegnanti per guidarli nel “Come insegnare a respirare”. Perché molti trovano difficile respirare consapevolmente, quando praticano yoga anche quotidianamente? Quali sono i messaggi fondamentali che un insegnante dovrebbe trasmettere ai suoi studenti?

«Un errore comune degli insegnanti è quello di spiegare le pratiche ai propri studenti partendo dal presupposto che “questo è ciò che noi praticanti di yoga facciamo; ora seguitelo”; spiegando che questa è la tradizione o che “questo è ciò che il mio insegnante mi ha mostrato in India”. L’errore principale è non spiegare agli studenti il motivo per cui pratichiamo. La maggior parte dei nostri studenti cercano di affrontare lo stress. Almeno la metà di loro prova ansia, ecc. Essere in grado di mitigare queste sindromi è estremamente prezioso per loro. Per questo, noi insegnanti dobbiamo presentare i fatti, i dati concreti riguardo all’ansia e alla depressione, e spiegare che praticare modelli di respirazione è la soluzione numero uno che porta a risultati immediati ed è priva di effetti collaterali».

Contatti:
www.maxstrom.com

cityzen.it
info@cityzen.it

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