Mappa dei differenti tipi di meditazione

Per prevenire lo stress mentale, la meditazione si rivela una pratica efficace, come dimostrano varie ricerche sviluppate in questi anni. Talvolta il tema legato alla meditazione viene affrontato in modo generale, come se esistesse una sola forma meditativa. In realtà, differenti culture e popoli hanno sviluppato specifiche esperienze contemplative, le quali, a livelli diversi, creano una condizione di quiete interiore e un maggiore legame con la dimensione spirituale. Forniamo qui di seguito una sorta di mappa in cui sintetizzare le principali forme meditative nate in modo specifico in Oriente.

La meditazione Vipassana

Questa forma meditativa è una delle più antiche ed è stata riscoperta, nonché rivalutata in questi ultimi decenni, in Occidente, per i profondi benefici che apporta. Praticare Vipassana permette di eliminare le impurità mentali, cioè i pensieri disturbanti; sviluppa emozioni positive, come la gioia, la compassione, l’empatia; crea una maggiore consapevolezza. Se in Oriente prevalgono percorsi di Vipassana in cui è forte la componente spirituale, in Occidente si sono diffusi cammini laici che si ispirano comunque alle stesse tecniche. Tra queste vi è la focalizzazione dell’attenzione sul respiro. Importante è anche la tecnica del body scan, che permette di sviluppare un lavoro intenso dentro di sé, ascoltando le proprie sensazioni corporee, le proprie emozioni e i propri pensieri. In Vipassana è fondamentale il processo dell’insight, con il quale si crea una connessione con il Sé e si attiva una visione lucida, chiara, profonda della realtà.

La meditazione Zen

È una forma contemplativa buddhista, praticata adottando una postura assisa. Si possono scegliere varie posizioni sedute, come: Vajrasana, la posizione detta del diamante o adamantina; Sukasana, quella a gambe incrociate; Padmasana, la posizione del loto, o Ardha Padmasana, la posizione del semi-loto. La meditazione Zen porta il praticante a concentrarsi sul proprio respiro e a fare “il vuoto” mentale. Quando la mente tende a distrarsi si riporta l’attenzione sul flusso dell’inspiro e dell’espiro.

La meditazione Kundalini

Questa forma meditativa, derivante dalla tradizione induista, è caratterizzata dall’uso di canti e mantra. Anche in questo caso il praticante si focalizza inizialmente sul respiro, per poi porre l’attenzione ai vari chakra, associando ad ognuno di essi un mantra. Questa forma meditativa porta a un risveglio dell’energia interiore, la Kundalini, che viene attivata dalle vibrazioni sonore dei mantra e dalla contemplazione e stimolazione dei chakra.

La meditazione taoista

Derivante dalla filosofia taoista, questa forma meditativa lavora sui livelli di attenzione cosciente ed è strettamente connessa all’energia del Qi. Sviluppare, trasformare e migliorare la circolazione dell’energia interiore sono gli elementi che contraddistinguono questa pratica. Essa produce vari benefici, simili, se non uguali, alle altre forme meditative, come la calma mentale, lo sviluppo della gioia interiore, l’unione tra corpo e mente. In più, la meditazione Taoista porta l’individuo a creare una profonda armonia con il Tao, con l’energia dell’universo.

Lascia il tuo commento

Per favore inserisci il tuo nome.
Per favore inserisci commento.