Di Dacia Dalla Libera
Le malattie autoimmuni – tra le più comuni: celiachia, morbo di Crohn, la tiroidite autoimmune di Hashimoto, miastenia grave, sclerosi multipla, artrite reumatoide, Lupus Eritematoso Sistemico, sindrome di Sjogren, diabete di tipo I – sono una problematica sempre più frequente a livello mondiale, soprattutto tra le giovani donne in età fertile. I sintomi associati alle malattie autoimmuni sono diversi; tra i più comuni la stanchezza cronica, i dolori migranti e la febbre. Nonostante le continue scoperte, le malattie autoimmuni sono attualmente considerate inguaribili secondo l’approccio della medicina convenzionale, che si avvale prevalentemente di farmaci sintomatici e farmaci immunosoppressori, potenzialmente causa di ulteriori patologie e complicanze. L’Ayurveda, antica medicina indiana, propone un approccio sistemico e personalizzato, volto a migliorare la stabilità del sistema immunitario e dell’individuo nella sua globalità, per evitare la ricorrenza della patologia, e ad analizzare le cause a monte dello squilibrio che ha generato la malattia.
Perché sviluppiamo le malattie autoimmuni?
Alla base delle patologie autoimmuni vi è un sistema immunitario iperattivo, che non riconosce, e dunque si rivolta, contro parti integranti di noi stessi (“self”). Questo accade soprattutto in presenza di tossine accumulate nei tessuti, per una protratta cattiva digestione. Gli autoanticorpi riscontrabili a livello sanguigno sono proprio espressione della presenza di tossine. Le cause che portano alla malattia sono sconosciute a livello della medicina convenzionale, che riconosce la presenza di una predisposizione genetica e l’influenza di fattori ambientali non meglio identificati. Già migliaia di anni fa, nel Charaka Samhita veniva descritta la patologia Amavata, corrispondente quella che viene attualmente chiamata artrite reumatoide: in tale patologia, ama (tossina) accumulata a livello articolare e l’elemento vata (aria ed etere) in eccesso sono all’origine della patologia.
Quando si cronicizza la malattia autoimmune?
Secondo l’Ayurveda, ogni nostra cellula è dotata di una propria intelligenza (buddhi, capacità di discernimento), che può venire inficiata da errori ripetuti nella scelta di una dieta scorretta (cibi poco digeribili, chimici, non adatti alla propria costituzione individuale, etc.) o di uno stile di vita inappropriato. La cellula inizierà dunque a comportarsi in modo errato e disordinato, perdendo la capacità di relazionarsi in modo adeguato con le altre cellule. Un ruolo centrale nelle malattie autoimmuni viene, infatti, svolto dalla mente. Secondo l’Ayurveda, la più importante causa della malattia è proprio l’errore dell’intelletto: prajnaparadha. Tra i più gravi errori dell’intelletto c’è quello d’identificarsi con “il piccolo mondo” costituito da beni materiali, il proprio corpo, il proprio lavoro, la propria famiglia: a causa di questa identificazione ci allontaniamo dalla nostra natura, dalle nostre possibilità illimitate e dal nostro Dharma. Come ci ricorda l’Ayurveda, la mente è in grado di avvelenare il corpo oppure di dare guarigione. Quando l’individuo si allontana dal proprio sé, si allenta la coesione interiore e conseguentemente la coerenza del sistema immunitario. Ne emerge una natura auto-distruttiva, una risposta di paura e panico del sistema immunitario, che avvertendo una minaccia dall’esterno, lancia messaggi di allarme e distruzione, “infiamma” tutto il corpo nel tentativo di evocare una reazione. Il sistema immunitario arriva a risvegliarci, se ne comprendiamo il messaggio, difficilmente avremo recidive.
Come si interviene sulle malattie autoimmuni
Tra i vari compiti del medico ayurvedico vi è dunque quello di riportare alla luce nell’individuo la capacità di discernere ciò che è bene e male per noi stessi, l’equilibrio tra mente, corpo, spirito e infine la propria capacità di autoguarigione. Questo si può ottenere attraverso indicazioni sulla dieta (recuperando la propria capacità digestiva) lo stile di vita, formulazioni a base di erbe (tra le più famose e ormai accettate dalla medicina convenzionale ad esempio, la Boswelia Serratia) e trattamenti ayurvedici personalizzati (Pinda Swedana, massaggi con fagottini di erbe volti a eliminare le tossine; Sarvanga, massaggio a tutto il corpo con preziosi oli medicati per pacificare; Sirodhara, colata di olio medicato sulla fronte, per lasciare andare emozioni e pensieri). Parallelamente, viene consigliata una pratica Yoga di ascolto profondo, quotidiana. Pranayama e Yoga aiutano a riequilibrare il proprio “ambiente
interiore” e dunque il sistema immunitario stesso, facilitano il cambiamento e l’introduzione di nuove abitudini salutari, grazie ad una maggiore centratura sul proprio sé e i propri bisogni profondi. Anche pratiche di oleazione e pulizia quotidiana (es. lota) e stagionale possono aiutare (Dinacharya, Ritucharya). In diversi casi, soprattutto laddove si è già sviluppata una malattia cronica, è indicato effettuare un panchakarma ovvero una sequenza di cinque pratiche di purificazione volte a eradicare le tossine nei tessuti e creare un vero e proprio reset del nostro organismo. Diversi lavori scientifici recenti hanno dimostrato come, Yoga e Ayurveda, possono portare a miglioramenti clinici in malattie come l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla, la connettivite e la fibromialgia. La cura ayurvedica, proprio perché punta alla radice del problema e mira a ripristinare l’equilibrio originario di corpo-mente e spirito, richiede spesso tempo e pazienza, ma l’efficacia è a lungo termine: ci riavviciniamo al nostro sé grazie alla riattivazione della capacità di discernere ciò che è male e ciò che è bene per noi.
YOGA
Le Asana vengono personalizzate in base alla propria prakrti (costituzione individuale) e vikrti (squilibrio).
Alcuni esempi di asana utili sono:
- Bhujangasana (cobra): migliora la capacità digestiva, l’autodeterminazione
- Ushtrasana (cammello) e Dhanurasana (arco): migliora l’apertura, la flessibilità fisica e mentale, la capacità di fluire con il proprio respiro
- Garudasana (aquila): migliora la concentrazione sul proprio sé, la capacità di rappresentare la propria illimitatezza
Oltre a ciò è importante come verranno eseguite secondo il principio Sthira Sukam Asanam: le asana andrebbero dunque tenute a lungo in modo stabile e confortevole, per favorire l’ascolto profondo, la quiete e l’apertura dei canali energetici (srotas).
Il Pranayama suggerito è Nadi Shodana, il respiro a narici alternate in grado di riequilibrare i due emisferi cerebrali, l’energia del calore e del freddo e il
MAHA Pranayama, la respirazione yogica completa, che aiuta a fluire e a rimuovere ogni rigidità e blocco energetico.
VivereloYoga72_
Sono affetta da sclerodermia cutanea ( morfea) sono disperata ,ho rifiutato i farmaci ufficiali vivo in Sardegna, potreste aiutarmi a trovare ki potrebbe prendersi cura di me a Cagliari? Grazie ❤️
Buongiorno Rita
la ringraziamo per il messaggio. L’argomento è delicato, ma per avere alcuni consigli legati all’Ayurveda, le diamo il sito di Alida Dal Degan, esperta proprio in Ayurveda.
http://www.ayurvedamonacierranti.com/1/alida_dal_degan_e_staff_957812.html
Un cordiale saluto,
la Redazione