Per tante persone l’immagine della savana si collega soltanto ai paesaggi dell’Africa Australe. Se in effetti è proprio così, da un’altra prospettiva questa immagine va oltre i confini africani. Essa può addirittura favorire una condizione di profondo rilassamento quando viene visualizzata, come messo in risalto da alcuni biologi.
Le ricerche di John Falk
John Falk è stato tra i primi studiosi a formulare l’idea dell’effetto savana. Biologo e pedagogista statunitense, Falk, dell’Oregon State University, ha portato avanti una serie di ricerche, già a partire dal 1982, per capire quale ambiente naturale potesse produrre una reazione positiva in un campione di persone. Dalle analisi di Falk è risultato che i paesaggi della savana attivano emozioni e pensieri piacevoli. Reazioni positive si sono manifestate sia tra i bambini, sia tra gli adulti. Questa preferenza verso la savana è stata riscontrata non solo tra gli abitanti dei paesi del cosiddetto Nord del mondo, ma anche fra gli stessi africani, anche tra chi, pur vivendo in Africa, non era mai stato in un habitat dominato dalla savana.
Inconscio e ricordi
Dagli studi di John Falk è emerso che il genere umano, in base al processo evolutivo che ha compiuto, ha immagazzinato nella sua memoria ancestrale un profondo legame con questo paesaggio africano. Secondo le varie ricerche, l’immagine della savana è in grado di produrre una condizione rilassante. Lo spazio aperto, la possibilità di avere un’ampia prospettiva e quindi una buona visuale sono alcuni fattori che calmano la mente. L’inconscio ha mantenuto viva l’idea ancestrale che eventuali pericoli possono essere visti e quindi tenuti sotto controllo in un simile ambiente. Proprio questo aspetto “calmante della savana” è ben noto a vari architetti del paesaggio. Non a caso, molti spazi ricreativi, ludici e di relax sono progettati ispirandosi agli ampi spazi della savana.
Evoluzione ed effetto savana
L’immagine della savana, secondo queste prospettive, risveglia in molte persone – che rappresentano un buon campione sul totale – un effetto rilassante e un senso di sicurezza. Secondo i biologi evoluzionisti come Falk ciò si spiega ritornando al processo evolutivo compiuto dalla specie umana. La savana, per i nostri antenati, era un ambiente sicuro, ideale per vivere e per trovare cibo. Come ricorda il biologo austriaco Clemens G. Arvay, la savana ha rappresentato un ambiente importante per l’evoluzione. Reminiscenze dell’impatto evolutivo sono probabilmente conservate nel cervello rettiliano e nel sistema limbico. La savana rimane quindi uno degli ambienti preferiti dalla specie umana, nonostante i processi di modernizzazione e urbanizzazione degli ultimi secoli.