Le piante adattogene, cosa sono e perché fanno bene all’organismo

Le piante adattogene sono particolarmente utili in quei periodi in cui si vive un forte stress psicofisico. Vengono utilizzate anche nei periodi  di convalescenza e come trattamento complementare. Ve ne sono di differenti tipi, ma tutte favoriscono una maggiore resistenza del corpo nei confronti di vari disturbi e agenti patogeni.

Perché si definiscono adattagone

Le piante chiamate adattogene vengono così definite, poiché aiutano l’organismo ad adattarsi meglio a periodi di forte stress, permettendoci così di affrontare situazioni pesanti dal punto di vista sia mentale, sia fisico. Varie piante stimolano un “effetto adattogeno”: aiutano a rafforzare il corpo – attivando processi fisiologici e biochimici in grado di aumentarne l’energia -, accelerando la produzione di elementi capaci di rinvigorire le difese.

Tra i vari scienziati che hanno studiato gli effetti delle piante adattogene vi sono Nikolai Vasilyevich Lazarev e Izrael Brekhman.

Dai loro studi emerge come queste piante esercitino «un’azione aspecifica sui processi fisiologici con il risultato di innalzare la resistenza fisica contro gli stress ambientali e l’efficienza generale in situazioni di carico, in modo da poter meglio adattare l’organismo a condizioni di carico straordinario, e prevenire l’insorgenza di malattie».

Quali piante sono adattogene

L’Eleuterococco, chiamato anche “ginseng siberiano”, viene utilizzato proprio per la sua azione antistress e antifatica. Della pianta si utilizza la radice, ricca di vari componenti utili per rafforzare le difese dell’organismo, come i composti fenolici e vari tipi di eleuterosidi. Si utilizza sotto forma di radice essiccata (acquistabile in erboristeria), o sotto forma di tintura madre.

È indicato:

  • a quanti praticano attività sportiva;
  • durante una fase di convalescenza;
  • in caso di stanchezza psicofisica.

È controindicato in gravidanza, se si è ipertesi e se si soffre di insonnia.


Il Panax ginseng è un’altra pianta nota per la sua azione adattogena. Originaria dell’Asia (in particolare Corea, Cina e Giappone), questa pianta contiene sostanze benefiche per l’organismo, come aminoacidi e peptidi, ginsenosidi, vitamine (B1, B2, B12; C), acido folico, sostanze minerali e oligoelementi, oltre che enzimi e fosfatidi. Il Panax ginseng è indicato in caso di debolezza, depressione e convalescenza.


La Rodiola rosea è considerata un tonico naturale ed è altrettanto utile in caso di stress e spossatezza. Della pianta si utilizzano sia la radice, sia il rizoma. Chiamata anche “radice d’oro”, cresce spontanea  nelle aree artiche della Siberia orientale. È indicata per rafforzare il sistema immunitario e contrastare lo stress. Svolge anche un’azione antidepressiva. Può essere assunta sotto forma di capsule o anche tintura madre.


L’ashwagandha è una pianta utilizzata in Ayurveda per prevenire forme di stanchezza psicofisica. Questa pianta rientra nei cosiddetti rimedi “rasayana”, ovvero rigeneranti e rinvigorenti. Viene infatti impiegata per rafforzare le difese del corpo e per ritrovare l’energia vitale. Si tratta di una pianta adattogena, poiché rinforza l’organismo in presenza di malattie e aiuta altresì a prevenirle.

Sebbene si parli di rimedi naturali, prima di assumere una di queste piante adattogene è sempre consigliato rivolgersi prima a un fitoterapista, o a un naturopata esperto.

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