Le mille virtù dell’Acqua secondo l’Ayurveda

L’Acqua è la fonte indispensabile alla Vita. Questo Elemento, intriso di molteplici virtù, è al centro di varie pratiche ayurvediche, volte al benessere integrale dell’individuo. Oltre a raccomandare di bere acqua calda (non bollente) al mattino, l’Ayurveda ci svela altri segreti di questo liquido spesso definito “oro blu”, proprio perché prezioso all’esistenza degli esseri umani e delle creature che abitano il nostro pianeta.

Parliamo dell’affascinante e quanto mai attuale tema dell’Acqua in chiave Ayurvedica con Alida Dal Degan, insegnante della scuola “Ayurveda Monaci Erranti”, da lei fondata in Svizzera. Alida insegna anche in Italia, in India e in Nepal.


Intervista ad Alida Dal Degan

Alida Dal Degan

ALIDA DAL DEGAN: L’acqua o meglio le acque, nei testi sacri indiani, occupano un posto speciale, in quanto sono increate o generate in modo particolare. Le acque sono l’elemento primigenio, tutto il resto riposa su di esse. Le acque secondo i testi sacri chiamati Veda hanno un potere salutare e la loro prima funzione è la purificazione.

L’Acqua, dal punto di vista dell’Ayurveda, è considerata il quarto elemento dei cinque che formano la Vita. Gli Elementi – Terra, Aria, Fuoco, Etere e, appunto, Acqua – si originano in sequenza, uno dall’altro, portando con sé tutte le informazioni relative a materia, qualità ed energia degli elementi precedenti. Il primo a manifestarsi fu l’Etere, uno spazio privo di movimento in cui vi erano solo le vibrazioni del suono cosmico AUM. L’Etere, iniziando a manifestare un moto originò l’Aria. A sua volta il movimento dell’Aria generò calore e luce dando vita all’Elemento Fuoco. Attraverso il calore, una parte dell’Etere si trasformò nell’Elemento Acqua, e un’altra parte nell’Elemento Terra. Da qui la correlazione tra macrocosmo e microcosmo.

Le acque hanno diverse e molteplici caratteristiche, nonché scopi terapeutici. Noi siamo abituati a pensare “all’acqua”, in termini quindi singolari. Ma questo Elemento cambia il nostro corpo a seconda del tipo di acqua che assumiamo. Caratteristiche diverse hanno, per esempio, l’acqua della pioggia che non ha toccato il suolo o quella che scorre verso sud o verso ovest, est o nord. L’acqua derivante dalla grandine, dalla neve e dal ghiaccio avrà caratteristiche ben diverse da quelle che scorrendo sotto terra per centinaia di anni, arrivano alla fonte con moltissimi minerali fino a divenire naturalmente frizzanti. Acque ancora diverse sono quelle naturalmente calde o che scorrono su terre gialle, brune, nere ecc.

Sono tutte cariche dello stesso simbolismo: si adattano, scorrono, non rimangono mai ferme, sono eterne, raccolgono e donano, rinfrescano, purificano, scaldano.

L’acqua è essenziale per la vita, lo scopriamo quando non c’è la possibilità di aprire un rubinetto e bere tranquillamente per dissetarci o anche solo per lavarci i denti. Quando l’acqua che esce dal rubinetto è marrone o color sabbia, come succede in alcune parti della terra, noi occidentali rimaniamo sbigottiti…

È vero che nel nostro corpo c’è molta acqua ed è vero che sulla terra c’è molta acqua. Infatti la terra è per la maggior parte composta da acqua. Così il nostro corpo ha bisogno di acqua, ognuno a suo modo però, come insegna sempre l’ayurveda.

Quale rapporto c’è tra l’Acqua e i Dosha?

ALIDA DAL DEGAN: Non è interessante la raccomandazione fatta a tutti nello stesso modo di bere lo stesso quantitativo di acqua. Prendiamo ad esempio la costituzione Vata. Questa è per sua natura secca, la pelle è quasi disidratata e dovrà bere acqua in abbondanza, tiepida se non addirittura calda, perché la natura di Vata è fredda.

Il tipo Pitta brucia. La pelle brucia, ha eruzioni, lo stomaco può bruciare ed avere problematiche di digestione. Ci può essere infiammazione nel corpo. Questa costituzione ha bisogno dunque di rinfrescarsi. L’acqua può essere fresca anche se non fredda: per queste persone sono importanti bagni in mare al mattino presto, nel lago per rinfrescarsi, e il solo vivere vicino all’acqua porta un giovamento fondamentale nello stato di salute. Può bere acqua appena tiepida, ma non calda.

La persona Kapha è relazionata più degli altri due dosha all’Elemento Acqua ed ha nei suoi tessuti molta acqua. Questa persona è quella che proprio non deve bere i raccomandati 2 litri al giorno. Per questo prakriti è buona regola bere quando si ha sete, ma non nutrirsi di acqua. Bevendo molto, secondo i consigli normalmente dati, aumenteranno il loro gonfiore e il loro peso. Per questa tipologia di persone (soprattutto se sono sovrappeso) l’acqua non aiuta a drenare, bensì viene trattenuta nel corpo. È buona regola bere ogni tanto un po’ d’acqua e questa deve essere calda o tiepida, mai fredda. Il tipo Kapha non digerisce l’acqua fredda e talvolta anche se questa è a temperatura ambiente, deve bere acqua almeno tiepida.

Perché l’Ayurveda consiglia di bere acqua caldo-tiepida o al massimo a temperatura ambiente, anche in estate?

ALIDA DAL DEGAN: L’acqua fredda non va mai bevuta perché rallenta e può bloccare la digestione. È fattore di aumento di grasso nel corpo e in genere di tossine, mentre l’acqua calda aiuta la digestione e ad eliminare le tossine. L’acqua calda, oltre che come alimento, è considerata una vera e propria medicina. E in base a come viene prescritta è in grado di sciogliere e drenare le sostanze nocive trattenute nel corpo. L’acqua calda diventa in questo caso un ringiovanente importante. È sufficiente bere mezzo bicchiere di acqua davvero calda per digerire ciò che ci fa star male. Provate!

Quale relazione vi è tra assunzione di acqua e digestione? Meglio bere anche durante i pasti oppure prima o dopo?

ALIDA DAL DEGAN: Prima di metterci a tavola, non dobbiamo spegnere il fuoco gastrico (agni) bevendo acqua o assumendo aperitivi, nemmeno quelli a base di frutta varia. È importante però bere un po’ durante il pasto. A seconda di ciò che si mangia si può bere un bicchiere anche a fine pasto. Lasciamo poi che la digestione faccia il suo corso.

Quali altre virtù terapeutiche possiede l’Acqua dal punto di vista ayurvedico?

ALIDA DAL DEGAN: L’acqua ha un forte potere rilassante e antistress. Negli ashram era in uso praticare speciali abluzioni del capo alla persona che soffriva di problemi mentali. Il sacerdote, salmodiando mantra, bagnava il capo dell’ammalato con l’acqua fresca e viva del fiume. Questo atto era in grado e lo è ancora oggi, di pacificare la mente e dare un aiuto sostanziale. È così che è nato lo Siro-dhara!

L’acqua inoltre viene usata nelle pratiche quotidiane di igiene e per migliorare stati infiammatori esistenti come Jala Neti. Il neti è un piccolo recipiente a forma di tazza-teiera che viene utilizzato per lavare le narici con acqua salata. Questa pratica viene utilizzata per purificare il naso e migliorare la respirazione. Estremamente utile per coloro che soffrono di raffreddore e di sinusite. Si possono praticare anche gargarismi con acqua salata, utili per migliorare la salute delle gengive e della bocca. Questa pratica aiuta a rimuovere le tossine e migliorare la circolazione sanguigna della bocca e delle gengive.

foto Renato Cadeddu

Parlando del Massaggio con l’Acqua dalla tradizione Ayurveda Monaci Erranti possiamo dire che elimina il calore in eccesso nel corpo ed è il trattamento antistress per eccellenza. Inoltre è dimagrante, elimina dolori e infiammazioni, apre tutti i pori del corpo permettendo così all’organo emuntore più grande che abbiamo, la pelle, di eliminare le tossine. È inoltre un atto che fa riscoprire l’affetto, l’amore incondizionato, la gioia dell’essere presi veramente in cura.

Concludo ricordando questa bella frase di Giuseppe Tucci: “La tradizione è come un corso d’acqua che, diramandosi per mille rivoli, sgorga da una sorgente remota ed inesauribile, fluida come un soffio e tuttavia più vitale e resistente delle sostanze più tenaci. Le mutazioni dei tempi, le vertigini della storia la possono assopire, aggiungerle o toglierle senza che l’antico valore ne sia eroso“.

Intervista raccolta da Silvia C. Turrin

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