L’Ashtanga Yoga spiegato da John Scott

L’Ashtanga Yoga ha una storia millenaria, eppure rimane quanto mai attuale. Lo dimostra l’interesse mostrato da sempre più numerose persone verso questo approccio sviluppato attorno al 200 a. C. dal saggio indiano Pantanjali. Lo dimostra anche il percorso di John Scott, tra i maestri di fama internazionale che ha fatto conoscere l’Ashtanga Yoga un po’ in tutto il mondo.

Le “otto membra” dello yoga

Il termine Ashtanga significa “otto membra” e fu sviluppato da Pantanjali nel suo lavoro di “sistematizzazione” delle conoscenze teoriche e pratiche di questa millenaria disciplina orientale. Si parla di “otto membra” per indicare quegli stadi che l’allievo deve seguire al fine di progredire nel cammino yogico. Si tratta dunque di un percorso “a tappe”, attraverso cui si raggiunge l’unione di mente, corpo e anima. Questa unione conduce alla realizzazione del sé. Praticando l’Ashtanga yoga si diventa consapevoli proprio di questa stretta interrelazione tra livello fisico, mentale, spirituale ed energetico. Come si è verificato per altri approcci yogici, anche l’Ashtanga yoga si è evoluto nel corso dei secoli, ma la meta finale è rimasta la stessa, ovvero “lo sviluppo morale, fisico, mentale, emotivo e spirituale del praticante”.

Gli otto stadi dell’Ashtanga Yoga

  1. Yama (codici morali);
  2. Niyama (purificazione e studio del sé);
  3. Asana (posizioni);
  4. Pranayama (controllo del respiro);
  5. Pratyahara (controllo dei sensi);
  6. Dharana (concentrazione);
  7. Dhyana (meditazione);
  8. Samadhi (contemplazione, realizzazione del sé o stato di beatitudine).

Il praticante occorre che osservi e pratichi in successione questi otto stadi: escludendone anche uno solo non sarà possibile accedere al Samadhi, ovvero a quello stato di beatitudine indescrivibile a parole.

“Plasmare” il corpo per purificare la mente

Agli occidentali, Shri K Pattabhi Jois (Guruji), il maestro di John Scott, propone un programma fondato sulla pratica delle posizioni yoga (Asana). L’intento è quello di spingere gli allievi a dedicarsi con disciplina e con rigore all’esecuzione delle Asana, passo ritenuto indispensabile per osservare e apprendere il controllo del respiro. Dopo di che gli allievi possono sperimentare la purezza della mente e da qui avvicinarsi con maggiore consapevolezza ai primi due stadi dello yoga, Yama e Nyama.

Come ricorda John Scott, il suo maestro Shri K Pattabhi Jois (allievo di Shri Tirumali Krishnamacharya) ha affermato: “L’Ashtanga Vinyasa Yoga è per il novantanove per cento pratica e per l’uno per cento teoria. Pratica, pratica, pratica: fate pratica, e TUTTO il resto verrà da sé”.

Praticare le Asana con un maestro

Il fulcro dell’Ashtanga Yoga, così come insegnato da John Scott, è dunque la pratica di Asana e Pranayama, per poi comunque percorrere l’intero cammino yogico scandito dagli altri sei stadi. L’approccio di John Scott è ben sintetizzato nel libro intitolato proprio Ashtanga Yoga, pubblicato di recente dalla Red Edizioni. Si tratta di un testo ricco di spiegazioni e di illustrazioni, in cui sono descritte varie Asana. Occorre dire che è sì un libro per tutti, ma i principianti o coloro che non hanno mai seguito un corso yoga dovrebbero astenersi dal praticare da soli le posizioni presentate nel testo. Come ricordano sia John Scott, sia il suo maestro, la pratica si apprende solo e direttamente da un insegnante qualificato. Il metodo Ashtanga si tramanda da guru ad allievo. Non si ci può improvvisare. Per i principianti assoluti, John Scott suggerisce di consultare gli indirizzi segnalati in fondo al volume e di cercare un insegnante certificato. Il volume si rivela molto utile a chi conosce già l’Ashtanga Yoga o è da anni che pratica e vuole capire meglio l’essenza del vinyasa, ovvero la sincronia fra mente, respiro e movimento. Nel testo sono illustrate le sequenze in piedi e la sequenza da seduti. L’Autore spiega in dettaglio come si sviluppa una sessione, nonché la sua conclusione attraverso il mantra di chiusura.

Chi è John Scott

John Scott ha studiato con Shri K Pattabhi Jois presso l’Ashtanga Yoga Research Institute in India, dove si è qualificato per insegnare Ashtanga Yoga in tutto il mondo. Ha avuto tra i suoi allievi anche molte celebrità, tra cui Madonna e Sting. Attualmente si dedica in prevalenza a workshop internazionali e a corsi di formazione per insegnanti.

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