L’obbiettivo di Maurizio Gabbana scompone e intreccia le connessioni tra i corpi
di Silvia Speziali
Connessioni, ovvero stay tuned… ma anche senza smartphone!
Le immagini di Maurizio Gabbana colgono uno degli aspetti centrali dell’acroyoga: le connessioni. Connessioni con il nostro corpo, con noi stessi ma anche e soprattutto con le persone con le quali pratichiamo.
L’interazione con il proprio compagno, la comunicazione e la totale fiducia l’uno nell’altro sono indispensabili per “volare” insieme.
La comunicazione non verbale consente di portare più in profondità il livello di scambio, riducendolo all’essenza e rendendolo più efficace. I convenevoli, le frasi di cortesia e le parole che nella vita quotidiana servono a combattere i momenti di imbarazzo, nell’acroyoga sono solo rumore, suoni inutili che disturbano la concentrazione. Si entra in una dimensione, in cui la percezione non passa più solo attraverso la parola, in cui non si ha paura del silenzio e si può finalmente dare voce al corpo e alle sue ragioni.
Si può volare in silenzio, limitandosi a fluire in un movimento morbido, yogico in cui il “qui e ora” sono il compagno, il suo respiro e i gesti sincroni. Quando tutti i dettagli sono a fuoco, il risultato di questa connessione è magico, diviene una sorta di meditazione condivisa.
Esci dalla tua confort zone e vai oltre i tuoi limiti
L’acroyoga è sinonimo di comunità e di gruppo, senza i compagni semplicemente non esiste.
Il lavoro di squadra amplifica le capacità di ognuno e minimizza i difetti, rende più forti e coraggiosi. Il tappetino non è più uno spazio privato ma condiviso, diventa terreno di scambio. Abbandonare la propria confort zone può essere difficile, magari rivelarsi una vera e propria sfida, ma conduce direttamente allo spazio della relazione e della condivisione. La pratica con in gruppo sviluppa l’apertura, la fiducia, il desiderio di osare e di andare oltre i propri limiti. Il bambino dentro ognuno di noi, che sognava di volare, si trasforma in guerriero e va a cercare le sue ali.
Biografia di Maurizio Gabbana
A cura di Paola Fiorido
Maurizio Gabbana è un artista visivo che come mezzo espressivo utilizza la fotografia, un visionario, un futurista dei nostri tempi; i suoi scatti in multiesposizione sintetizzano la velocitá, la frenesia che anticiparono i suoi predecessori.
Il suo libro “Con la luce negli occhi”, edito da Skyra, ne raccoglie la ricerca prevalentemente incentrata sulle architetture di cittá come NY, Parigi, San PietroBurgo, Milano ecc che ha personalmente visitato, studiato e di conseguenza documentato.
L’ osservazione di una disciplina come quella dell’ acroyoga ha portato Maurizio Gabbana a realizzare delle immagini istintive e magiche; lo yoga acrobatico viene reinterpretato con la sua luce, le figure si fondono in un movimento rotatorio e i volti catturati testimoniano l’ empatia generata dall’ incontro tra le persone coinvolte nella loro interazione. Le acroyoghiste sono rappresentate dal fotografo come se fossero all’ interno di un caleodoscopio, come in un gioco di un bambino, come nelle sperimentazioni, per ritrovare il bambino che c è in noi e farlo rivivere con questo spirito che è un po’ anche quello dello yoga acrobatico.
I corpi umani che si possono ricomporre in diverse forme al di fuori del ripetersi dei comportamenti quotidiani, delle azioni abituali e dei relativi gesti per uscire dal sè e riscoprire la grandiositá del proprio potenziale. Attraverso le fotografie di Gabbana percepiamo dei corpi che sono qualcosa di più di semplici soggetti; delle vere architetture umane che si agganciano tra di loro per cercare nuove figure per esplorare nuove possibilitá dell’ essere. Il senso estetico, il bianco e nero, l’ anima dell’ artista ci accompagna ai ricordi dell’ infanzia, al parco al ricongiungersi con la natura e al divino; non c è niente di più spirituale che quello stato di purezza che è insita nel mondo dei bambini, cosí come quando inizió ad approcciarsi alla fotografia attraverso la sua prima macchina fotografica che i genitori gli regalarono da piccolo.
Lo yoga acrobatico, essendo un ramo dello yoga prettamente performativo con le sue posizioni estetizzate, richiama l’ interesse di sensibilitá artistiche. Il confronto tra questi mondi dá libero spazio alla creativitá, all’ improvvisazione in totale spensieratezza nella produzione di autentiche opere d’arte.