La sofrologia, un ponte tra Oriente e Occidente

di Silvia C. Turrin

Addestrare il corpo e la mente per sviluppare serenità e benessere. È ciò che si prefigge la sofrologia, disciplina sviluppata dal neuropsichiatra spagnolo, di origini colombiane, Alfonso Caycedo (1932-2017). Definita anche “pedagogia della felicità”, la sofrologia si prefigge di sostenere ogni individuo a sviluppare consapevolezza e armonia psicofisica attraverso tecniche sia di rilassamento, sia di attivazione dell’energia interiore. Alfonso Caycedo – che fu allievo del professor Lopez-Ibor, uno dei grandi maestri della psichiatria spagnola – iniziò a elaborare il suo metodo tra il 1960 e il 1970, dopo aver lavorato per anni nel campo dell’ipnosi.

Attento studioso dei fenomeni della coscienza, nel 1960, Caycedo fondò il primo Dipartimento di Sofrologia Clinica, all’interno dell’ospedale Santa Isabel di Madrid. Nella scelta del termine “sofrologia”, egli fu influenzato dalle sue conoscenze nel campo della storia e della filosofia della Grecia. Caycedo volle creare un lemma che potesse sintetizzare pienamente il metodo che stava sviluppando. Decise così di riunire alcune parole greche adatte al suo intento, ovvero: sôs che significa “armonia”, phren “coscienza” e logos “studio”. È così che la sofrologia diventa una “ricerca dell’armonia della coscienza”. Caycedo perfeziona questa disciplina grazie a due eventi che influenzeranno molto il suo lavoro.

L’elaborazione di un nuovo metodo

Il profondo interesse verso lo studio della coscienza porta Caycedo ad allontanarsi da Madrid per trasferirsi in Svizzera, diventando assistente dello psichiatra Ludwig Binswanger. Grazie a Binswanger, Caycedo potè approfondire la fenomenologia del filosofo tedesco Edmund Husserl, applicata ai fenomeni della coscienza. Indagò così sulla ricerca esistenziale e sul non-giudizio. In Svizzera, Caycedo scoprì l’Oriente, grazie alla passione della moglie per lo yoga. Binswanger lo spronò a scoprire di persona ciò che Sri Aurobindo e altri mistici raccontavano. Fu così che Caycedo trascorse due anni viaggiando tra India e Giappone. Incontrò yogi, lama tibetani, cercando di apprendere il più possibile. Imparò anche la meditazione zen.

Queste esperienze permisero a Caycedo di scoprire il legame tra corpo e coscienza: attraverso un lavoro fisico, come nella pratica dello yoga, si agisce positivamente sulla mente e sulle energie interiori. Caycedo, allontanandosi però da ogni forma di misticismo, introdusse nel suo metodo tecniche di rilassamento e specifici movimenti corporei. La sofrologia sviluppata dal neuropsichiatra spagnolo è dunque una sintesi tra la millenaria sapienza nata in Oriente e le conoscenze mediche occidentali. Caycedo sperimenta su se stesse le tecniche, analizzando poi dal punto di vista scientifico i benefici, tramite l’utilizzo dell’elettroencefalogramma.

Rilassare il corpo

La sofrologia utilizza varie tecniche per rilassare il corpo. Rilassando il corpo si rilassa anche la mente. È nel corpo che si accumulano tensioni, che a loro volta provocano dolori. Un esercizio statico che si può praticare ovunque consiste nel rimanere comodamente seduta/seduto, tenendo la colonna vertebrale ben dritta. Si chiudono gli occhi. I piedi sono distanziati leggermente e le mani sono appoggiate sulle cosce. Si inizia prendendo coscienza della postura. Poi ci si sintonizza sul respiro spontaneo. Ascoltando il respiro si percepisce una sensazione di profondo rilassamento. Quando ci si sente più rilassati si porta l’attenzione al capo. Tramite la respirazione si rilassano tutti i muscoli della testa. Si rilassa la fronte, poi gli occhi, la bocca.

Respirando in modo naturale, si porta l’attenzione al collo e alle spalle cercando di rilassarle tramite il flusso dell’inspiro e dell’espiro. Si prosegue in questo modo lungo il corpo sino a raggiungere i piedi. Si rimane in ascolto per qualche istante delle sensazioni fisiche, percependo quei punti dove le tensioni si sono sciolte. Questo esercizio statico è utile per entrare in sintonia con il proprio corpo e per rilassarlo. Lo si può eseguire anche in piedi. Questa pratica fa parte della cosiddetta sofronizzazione semplice, con cui viene attivato un rilassamento sia fisico, sia mentale. Con la guida del sofrologo, la persona viene condotta in uno stato di veglia-sonno, in cui la mente è calma e ricettiva. Dopo questa seduta la persona viene accompagnata al “risveglio” per il tramite di respirazioni profonde, movimenti del corpo e apertura degli occhi.

L’articolo continua tra le pagine di Vivere lo Yoga n.86

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