La meditazione sul respiro per sciogliere paure e attaccamenti

Vi sono diverse tecniche che portano il praticante a meditare sul respiro. Per esempio, nella tradizione contemplativa birmana ciò avviene ponendo l’attenzione sull’addome, che si alza e si abbassa al ritmo dell’inspiro e dell’espiro. Nella tradizione buddhista Theravāda – diffusa ancora oggi in vari paesi dell’Asia, specialmente in Sri Lanka, in Thailandia, Laos, Birmania e Cambogia – la meditazione sul respiro si attua in maniera differente. Vediamo come.

Sviluppare l’attenzione cosciente

“Nella tradizione Theravāda, la meditazione sul respiro è fondamentale” – ci spiega Selene Calloni Williams, da oltre trent’anni insegnante di meditazione ad approccio immaginale, nonché life-coach ed esperta in yoga sciamanico e in molte altre discipline. “Essa rappresenta la base da cui partire per sciogliere paure e attaccamenti e per raggiungere quindi il Samadhi, l’unione con il Tutto”.

La tradizione Theravāda è considerata quella più antica e vicina agli insegnamenti del Buddha storico. Il Canone Pali rappresenta uno dei testi più importanti di questa corrente buddhista. La scuola Theravāda racchiude al suo interno diversi sentieri, tra cui quello “dei monaci della foresta”: monaci che vivono e meditano nei jungle temples. È a questa corrente meditativa che si ispira Selene Calloni Williams, che ha avuto la rara opportunità, oltre trent’anni fa, di apprendere la meditazione Theravāda proprio in un jungle temples dello Sri Lanka. Suo maestro fu il venerabile Gata Thera. Attraverso l’Accademia da lei fondata, chiamata Imaginal Academy, Selene Calloni Williams ha portato in Occidente quelle conoscenze apprese in Sri Lanka, sviluppando la Mindfulness Immaginale, disciplina che si ispira proprio alla tradizione Theravāda praticata nei jungle temples.

“Per meditare sul respiro – secondo questa tradizione – occorre portare l’attenzione consapevole nel punto del corpo in cui si percepisce l’aria che entra ed esce per la prima volta. Questo punto è molto soggettivo e può trovarsi nelle ali del naso, o alla radice del naso, o sul labbro superiore. È importante trovare questo punto soggettivo e rimanere su di esso, non cambiandolo”, sottolinea Selene Calloni Williams.

Immobilità

Mantenere l’immobilità della postura è un altro elemento importante della meditazione sul respiro ispirata alla tradizione contemplativa praticata nei jungle temples. L’immobilità e l’attenzione cosciente sul respiro permettono di andare oltre la gabbia dell’Io, attivando il processo di depersonalizzazione. Solo così la meditazione diventa davvero meditazione e non assume le caratteristiche di una forma di rilassamento, o di training autogeno.

“La meditazione è un processo sacro e occorre trascendere l’Io per sciogliere gli attaccamenti. Se sorgono pensieri o emozioni disturbanti sii consapevole di essi, senza però attaccarti ad essi. Accoglili senza giudizio, poi ritorna a contemplare il respiro”, precisa Selene. “Durante la meditazione si risvegliano potenti energie, che la mente, però, vuole controllare o bloccare. L’attenzione cosciente, quindi la consapevolezza degli inganni mentali ci permettono di non farci travolgere dalla mente e di continuare a meditare”, aggiunge Selene Calloni Williams.

I punti essenziali della meditazione sul respiro

  • Chiudete gli occhi senza stringerli, appoggiando dolcemente le palpebre.
  • Scegliete una postura meditativa confortevole, a gambe incrociate o sulla sedia, o in Padmasana.
  • La schiena è diritta ma non rigida.
  • Rilassate ogni muscolo del corpo e distendente ogni parte del viso.
  • Tenete le labbra chiuse e respirate attraverso il naso.
  • Divenite consapevoli dell’aria che entra ed esce dal corpo proprio nel punto in cui la sentite toccare il corpo per la prima volta, entrando, e per l’ultima volta, uscendo.
  • Mantenete l’attenzione sul punto scelto.
  • Siate consapevoli del vostro respiro spontaneo.
  • Se emergono pensieri, emozioni o sensazioni disturbanti accoglieteli senza giudizio, dicendo a voi stessi “so che sto provando questo”.
  • Riportate quindi l’attenzione sul punto scelto rimanendo consapevoli del vostro respiro spontaneo.
Durata della pratica consigliata: 15-20 minuti consecutivi al giorno.
Lettura consigliata per approfondire: Mindfulness Immaginale, Edizioni Mediterranee

Selene Calloni Williams

Scrittrice, viaggiatrice e documentarista, è autrice di numerosi libri e documentari a tema psicologia ed ecologia profonda, sciamanismo, yoga, filosofia e antropologia.

La sua peculiarità e risorsa è poter spaziare da Oriente a Occidente. In Oriente, e precisamente in Sri Lanka, Selene studia e pratica, per svariati anni, la meditazione buddhista Theravada. Tornata in Europa, studia psicologia e ottiene un master in screenwriting presso la Napier University di Edimburgo. Incontra quindi il celebre psicoanalista James Hillman che la inizia al mondo alchemico della psicologia del profondo e alla visione immaginale.
La possibilità di abbracciare insegnamenti orientali e occidentali è assai preziosa perché capace di tradurre il messaggio orientale in modi adeguati alle modalità di ricezione della psiche degli occidentali, i quali indubbiamente hanno una tradizione immaginale occidentale.

Selene Calloni Williams è l’iniziatrice del “metodo simbolo-immaginale” o “approccio immaginale” e della scuola italo svizzero degli immaginalisti. L’approccio immaginale è applicato a varie tecniche e discipline nell’ambito delle professioni fondate sulla relazione d’aiuto e nel campo della crescita personale. Per esempio la Mindfulness Immaginale, la Psicogenealogia Immaginale, le Costellazioni Immaginali, la Regressione Immaginale, ecc. L’approccio immaginale si caratterizza poiché non parte dall’Io e non ha come fine il rinforzo delle strutture dell’Io, bensì segue il cammino del “fare anima”, rappresentato dalla capacità di smaterializzare e depersonalizzare il reale.

Selene Calloni Williams è relatrice internazionale. Ha partecipato a numerosi convegni e congressi al fianco di grandi personaggi come James Hillman, Raimon Panikkar, Karan Sing. È stata chiamata in qualità di keynote speaker in diversi atenei (Università di Varese, Università di Padova, ecc.). Ma la sua risorsa più evidente è certamente la creatività, la capacità di creare nuove visioni e di raccontarle.

Maggiori info:

selenecalloniwilliams.com

 

Selene Calloni Williams – photo Chiara Mazzocchi

 

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