La festa del gatto, tra asana e mitologie

Chi pratica yoga conosce Marjariasana, la posizione del gatto che si stira. Un’asana particolarmente benefica per la schiena, la cui pratica si ispira ai movimenti di questo piccolo felino, uno degli animali domestici prediletti non solo dai bambini, ma da persone di ogni età. È talmente amato che è stata creata in suo onore una festa, che si celebra il 17 febbraio.

In questa giornata ricorre la Giornata nazionale del gatto, che in Italia si festeggia sin dal 1990. Anche in altre nazioni il gatto viene celebrato, ma in date differenti. Per esempio, negli Stati Uniti si tiene il 29 ottobre e in Canada l’8 agosto e in entrambi i paesi è un’occasione per diffondere una maggiore consapevolezza in merito all’adozione di questi piccoli felini.

In Giappone si festeggia il 22 febbraio. Proprio nel paese del Sol Levante il gatto è uno degli animali domestici più popolari e in passato era ritenuto sacro, tanto da essere definito “animale imperiale”.

In India viene associato alla dea Shasti, protettrice della nascita e della maternità. Nella mitologia induista, questa divinità femminile viene ritratta mentre cavalca un gatto. Il legame tra la dea Shasti e questo felino deriva dal simbolismo stesso del gatto, che in India indica purezza d’anima, ma anche abbondanza e fecondità.

Il gatto nello yoga

Numerose asana si ispirano ai movimenti degli animali: dalla posizione del serpente (o del cobra), a quella della locusta, dalla pozione del leone a quella della farfalla. Troviamo anche la posizione del gatto, che in sanscrito viene chiamata Marjariasana. Marjari significa infatti “gatto”. Questa posizione si riferisce in particolare ai movimenti del gatto quando è nell’atto di allungarsi-stirarsi. Marjariasana viene generalmente unita alla cosiddetta “posizione della mucca”, detta Bitilasana. Insieme formano una sequenza dinamica benefica in particolare per i muscoli della schiena e per la colonna vertebrale.

La posizione del gatto che si stira secondo la tradizione Satyananda

Quest’asana si pratica partendo da una postura assisa (come Vajrasana). Dopo di che ci si mette in ginocchio a terra, con le gambe separate. Le mani sono appoggiate al pavimento, separate e in linea con le spalle. Mentre si inspira si inarca verso il basso la colonna vertebrale sollevando il capo. Nell’espiro si abbassa il capo e si inarca la schiena verso l’alto, formando un arco. Nell’inspiro si incurva nuovamente la colonna vertebrale verso il basso. Si ripete il movimento per alcuni respiri, seguendo il flusso dell’inspiro e dell’espiro. Il consiglio è quello di eseguire dieci cicli respiratori completi compiendo i movimenti sopra indicati.

I benefici

Marjariasana è un’asana indicata per accrescere la mobilità della colonna vertebrale, rendendola più flessibile. È indicata per sciogliere le rigidità della schiena e i blocchi nell’area del collo e delle spalle. Distende i lombari. Inoltre, permette di tonificare i muscoli addominali. Può essere effettuata anche durante il periodo mestruale. È molto utile anche per correggere gli effetti delle posture sbagliate. Si rivela benefica anche sul piano mentale, poiché scioglie le tensioni mentali. Indicata nei periodi di stress.

Da evitare in caso di problemi articolari ai polsi e in presenza di lesioni alle vertebre cervicali.

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