Le pratiche depurative sono centrali per coloro che seguono un cammino yogico. Esse vengono chiamate in sanscrito kriya. Sono pratiche che permettono di eliminare non soltanto impurità fisiche, ma anche blocchi energetici e tensioni. Si tratta dunque di tecniche che vanno a purificare la persona a livello olistico (a livello del corpo, della mente e delle energie).
I benefici dei kriya
- potenziano le energie e la forza
- favoriscono maggiore flessibilità.
- attivano un profondo processo di purificazione
- migliorano il benessere generale
- rendono la mente più lucida
- si percepisce un senso di apertura
- aumentano la connessione con la dimensione interiore
- aiutano a ridurre le tensioni psicofisiche
- migliorano la qualità del sonno
- rafforzano i canali energetici sottili
Per ottenere questi e altri benefici occorre eseguire le pratiche con regolarità.
Perché praticare i kriya
Le tecniche di purificazione aiutano a prevenire lo stress e a ridurlo nel caso sia già manifesto. Permettono inoltre di seguire un’alimentazione più sana e di assorbire meglio i nutrienti dei cibi che si assumono. Grazie al processo di purificazione si eliminano anche quelle energie negative assimilate interagendo con ambienti inquinati e rumorosi.
Gli “shaucha” nello yoga
La purificazione del corpo e della mente viene chiamata in sanscrito shaucha. Di ciò se ne trova traccia anche negli Yoga Sutra, testo composto dal saggio Patanjali, tra il 200 a.C. e il 400 d.C. in cui viene descritto l’ottuplice sentiero. Le pratiche di purificazione vere e proprie si trovano in modo specifico in vari testi successivi, come l’Hatha Yoga Pradipika (risalente a circa la metà del XV secolo), nel quale si parla di “shad-kriyas”, ovvero di sei tecniche di purificazione. Anche nella Gheranda Samhita troviamo le spiegazioni di numerosi kriya. In seguito, grazie al lavoro di sistematizzazione di vari maestri yoga indiani, come Dhirendra Brahmachari e Swami Satyananda, le pratiche di purificazioni sono state rese più chiare e comprensibili.
Gli “shad-kriyas”
Le tecniche di purificazione vengono definite e spiegate all’interno del testo classico chiamato Hatha Yoga Pradipika. Si tratta in particolare di sei tecniche che purificano: il tratto digerente superiore, il colon, le fosse nasali, gli occhi e la parte anteriore del corpo, l’addome e gli organi preposti alla respirazione.
Alcuni kriya che tutti possono eseguire
Per rilassare gli occhi
Palming: ci si pone in una posizione assisa o anche meditativa. Si chiudono gli occhi e si sfregano i palmi delle mani tra loro per riscaldarli. Poi si chiudono le mani a coppa sugli occhi in modo da coprirli. Si rimane in questa posizione per almeno 3-4 respirazioni complete. Togliendo le mani dagli occhi si possono muovere piano le palpebre, aprendole e chiudendole. Questa tecnica è indicata a quanti trascorrono molto tempo davanti allo schermo del computer.
Pulizia della lingua
Jihva Dhauti è una tecnica per la pulizia della lingua. È una pratica antichissima utilizzata nello yoga e nell’ayurveda. Si tratta di un semplice gesto e benefico. Rimuovendo ogni giorno quella patina che si forma sulla lingua si hanno numerosi vantaggi. Questo Kriya della bocca permette infatti di eliminare le tossine che si depositano nel corso della notte.
Il testo denominato “Gheranda samhita” descrive questa tecnica così: “Unisci l’indice, il medio e l’anulare e strofina la lingua più in fondo che puoi. Strofinala gentilmente rimuovendone tutto il muco”.
Un altro metodo più moderno consiste nell’utilizzare un apposito strumento chiamato il nettalingua.