Jihva Dhauti è una tecnica per la pulizia della lingua. È una pratica antichissima utilizzata nello yoga e nell’ayurveda. Anche il testo denominato “Gheranda samhita” la descrive affermando: “Unisci l’indice, il medio e l’anulare e strofina la lingua più in fondo che puoi. Strofinala gentilmente rimuovendone tutto il muco”. Se in passato la pulizia della lingua veniva effettuata proprio con il semplice ausilio delle dita – come descritto nella “Gheranda samhita” – nei tempi moderni molte persone preferiscono utilizzare un apposito strumento, generalmente in metallo, il nettalingua.
A prescindere da come viene effettuata, la pulizia della lingua dovrebbe rientrare nelle abluzioni quotidiane del corpo. Si tratta di un semplice gesto e benefico. Rimuovendo ogni giorno quella patina che si forma sulla lingua si hanno numerosi vantaggi. Questo Kriya della bocca permette di eliminare quelle tossine che si depositano sulla lingua, specialmente nel corso della notte. Nonostante si lavino i denti alla sera, mentre si dorme la bocca produce comunque sostanze che si accumulano proprio sulla lingua. Tali sostanze possono causare alito cattivo, infiammazioni del cavo orale, problemi alle gengive o addirittura ai denti.
Pulendo la lingua dopo essersi alzati, quindi prima di assumere cibo, si rimuovono tutte le impurità. Togliendo quella patina biancastra, il sapore dei cibi risulta molto più intenso. Inoltre, viene facilitata la funzione digestiva. Tale operazione di pulizia può essere dunque effettuata o con un nettalingua o come descritto nella “Gheranda samhita”, che rappresenta uno dei trattati di Hatha Yoga più importanti. Se si adotta il metodo antico è fondamentale che le dita e le unghie siano igienizzate accuratamente. Le unghie, consiglia la tradizione, devono essere corte e limate, per non provocare ferite alle papille. Dopo aver effettuato il Jihva Dhauti ci si può dedicare all’oil pulling, la pratica ayurvedica per il risciacquo del cavo orale con olio vegetale. Tale pratica viene descritta qui