La stagione estiva è un buon periodo per iniziare a conoscere e a esplorare alcune tecniche meditative. Sono organizzati vari seminari intensivi, ritiri o corsi anche online che permettono di avvicinarsi alla meditazione. Ma quale percorso meditativo scegliere? Ci sono cammini che hanno un orientamento più spirituale, mentre altri sono strutturati per apportare benefici nella vita quotidiana. Vediamo di seguito alcune delle principali e più note vie di meditazione.

La Meditazione Vipassana

Si tratta di un cammino meditativo millenario, risalente alla tradizione buddhista. Il termine Vipassana è in lingua pali e significa “vedere in profondità”. Questa visione profonda si produce grazie a un intenso lavoro di auto-osservazione per il tramite dell’attenzione cosciente. Ci si focalizza principalmente sul flusso del respiro per affinare calma e attenzione. La consapevolezza del respiro aiuta a liberare la mente dai pensieri disturbanti. In una seconda fase si porta l’attenzione alle sensazioni del corpo, al fine di imparare il non giudizio. La mente è rivolta al momento presente e quando si perde nel via vai dei pensieri o delle emozioni si riporta al qui e ora grazie alla focalizzazione sul respiro.  Sebbene sia nata in un contesto buddhista, Vipassana è una meditazione che si è diffusa in tutto il mondo, anche in ambienti laici.

Mindfulness

La Mindfulness appoggia le sue basi proprio sulla tradizione Vipassana. È stata diffusa in Occidente da Jon Kabat-Zinn, biologo, fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society presso la University of Massachusetts Medical School. Grazie a un approccio basato sulla medicina e la scienza, questa forma di meditazione ha un ampio seguito. È infatti indicata a tutti, a prescindere dalla fede e dalla cultura di appartenenza. Mindfulness significa “presenza mentale” e le varie pratiche portano il praticante a porre l’attenzione sul momento presente. Ci si focalizza sul respiro, o sulle sensazioni del corpo, o sulle emozioni o i pensieri senza giudizio. Semplicemente si osservano. Grazie alla pratica si sviluppa una maggiore consapevolezza di se stessi e della realtà, senza rimanere succubi di pensieri o emozioni disturbanti.

Zen

Si tratta di un’antichissima pratica meditativa sviluppatasi all’interno del buddhismo cinese tra il V e il VI secolo. La meditazione Zen ha poi assunto specifiche caratteristiche a seconda del Paese in cui si è diffusa, dal Giappone alla Corea. Si pratica seguendo determinate regole, a cominciare dalla postura assisa. Si possono scegliere varie posizioni sedute, come: Vajrasana, la posizione detta del diamante o adamantina; Sukasana, quella a gambe incrociate; Padmasana, la posizione del loto, o Ardha Padmasana, la posizione del semi-loto. La meditazione Zen porta il praticante a concentrarsi sul proprio respiro e a fare “il vuoto” mentale. Quando la mente tende a distrarsi si riporta l’attenzione sul flusso dell’inspiro e dell’espiro. All’interno della corrente Zen sono sorte varie scuole, tra cui quella chiamata Soto, seguendo la quale il meditante familiarizza con la mente ponendosi di fronte a una parete, per non subire alcuna distrazione e per ascoltare solo il proprio respiro.

Meditazione Kundalini

Questa forma meditativa, derivante dalla tradizione induista, è caratterizzata dall’uso di canti e mantra. L’intento è quello di raggiungere la piena realizzazione spirituale attraverso il risveglio dell’energia Kundalini. Rappresentata spesso come un serpente arrotolato su se stesso situato alla base della colonna vertebrale, la Kundalini è forma di energia molto potente, che se non incanalata correttamente può generare squilibri. Perciò questa forma meditativa – collegabile al Kundalini Yoga – è bene che venga praticata inizialmente con un maestro, poiché viene attivato un risveglio dell’energia interiore grazie alle vibrazioni sonore dei mantra e alla stimolazione dei chakra.