Chi intraprende un cammino meditativo, oltre alla pratica dovrebbe imparare alcuni principi base. Dalla tradizione meditativa orientale ci sono giunti a noi “i quattro fondamenti della presenza mentale”. Essi rappresentano le basi teorico-pratiche per effettuare correttamente la meditazione. Se non vengono considerati non si imparerà mai a meditare. i quattro fondamenti della presenza mentale sono: consapevolezza del corpo; consapevolezza delle sensazioni; consapevolezza dello stato mentale; consapevolezza dei fenomeni o oggetti mentali. Questi quattro punti costituiscono un metodo attraverso il quale si può raggiungere il samadhi.
Il metodo consiste nel rivolgere l’attenzione verso questi quattro tipi di oggetti. Ciò significa che occorre portare la presenza mentale prima verso il corpo, rimanendo consapevoli dei suoi movimenti, anche quelli degli organi interni. L’attenzione viene poi posta alle sensazioni che prova il corpo, come il caldo, il freddo, la pesantezza, ecc. Importante poi rivolgere l’attenzione allo stato mentale, indagando se vi è agitazione oppure calma, se ci sono pensieri che ci disturbano. La consapevolezza dei fenomeni o oggetti mentali si riferisce a ciò che accade la “al di fuori” di noi, come i rumori, le voci, mentre gli oggetti mentali sono i pensieri, le emozioni, tutto ciò che attraversa la mente.
Imparare ad ascoltare e a percepire ciò che accade dentro e fuori di noi ci permette di diventare consapevoli del qui e ora. Questa presa di coscienza ci permette di cambiare positivamente, sviluppando profonde trasformazioni interiori. Ciò a sua volta consente di modificare quelle abitudini che si vogliono sostituire con altre più funzionali a una crescita personale. Una maggiore consapevolezza permette inoltre di imparare a gestire al meglio le proprie reazioni e i propri stati psicofisici. Nel momento in cui si apprendono i quattro fondamenti della presenza mentale sarà più facile ritornare al Sé, anche nei momenti difficili.