Il Giappone è uno dei Paesi asiatici che produce tè unici e deliziosi. Tra le varietà sempre più apprezzate anche in Italia vi è la qualità chiamata Matcha. Questo tè verde ridotto in polvere è ottenuto dalle foglie della Camellia sinensis. Il suo valore pregiato deriva dal processo di coltivazione e lavorazione.
A differenza delle altre piantagione di tè, i campi di Matcha, prima del raccolto, vengono ricoperti con teli scuri. Questo procedimento fa sì che le piante di tè ricevano molta meno di luce solare. Proprio per compensare il deficit di luce, le giovani piantine producono maggiore clorofilla e vengono anche generati maggiori livelli di amminoacidi. Queste caratteristiche rendono le foglie molto verdi e il gusto del tè risulta unico, delicato.
La sua popolarità deriva dalle proprietà che racchiude e che dipendono esse stesse dal modo in cui viene coltivato. Il Matcha contiene infatti oltre ai già citati amminoacidi, anche antiossidanti, vitamine, minerali: tutti elementi benefici per l’organismo. Non è un caso che tradizionalmente, in Giappone e un po’ in tutto l’Oriente, il tè fosse ritenuto una bevanda curativa. Il processo di polverizzazione delle foglie di tè ha permesso di diffondere e di far conoscere il Matcha a tutti.
A renderlo popolare in Giappone si ritiene sia stato il monaco buddhista Eisai (1141 – 1215), considerato il fondatore dello Zen Rinzai. Il maestro Eisai si rese conto che il tè matcha, bevuto prima delle sessioni di meditazione, favoriva in lui maggiore calma e presenza mentale.
A diffondere ancor di più l’arte del tè i Giappone fu un altro maestro Zen, ovvero Sen-no-Rikyu, artefice della cerimonia del tè.
Nella cerimonia tradizionale del tè si possono sperimentare i principi tipici dello Zen, ovvero:
- rispetto,
- armonia,
- purezza,
- silenzio,
- tranquillità.
Il rispetto lo si percepisce appena inizia la cerimonia. Per entrare nella stanza è d’obbligo togliersi le scarpe. Dopo di che, si fa un inchino rivolgendosi al centro della stanza. In alcuni casi, è necessario abbassarsi per entrare: l’atto di abbassarsi simboleggia la volontà di lasciar andare l’orgoglio e la superiorità. Gli ospiti, in silenzio, si siedono ognuno su un cuscino.
Chi celebra il rituale controlla tutti gli oggetti che servono alla preparazione del tè. Viene utilizzato tè rigorosamente verde, le cui foglie sono immerse nell’acqua bollente. Per ricavare dal tè tutte le sue proprietà benefiche lo si polverizza ulteriormente con un particolare pennello in bambù. In questi gesti si percepisce la tranquillità di chi li compie. Quando ognuno ha in mano la piccola tazza riempita con il tè verde lo si inizia a sorseggiare sempre in silenzio. Questa cerimonia è diventata una delle più popolari espressioni della filosofia Zen.
Il quinto sapore
Il matcha di buona qualità ha un gusto che viene definito “umami”, ovvero gradevole, dolce e corposo. L’Umami è detto il quinto sapore (gli altri quattro sono: dolce, acido, salato e amaro).
Il gusto umami deriva dagli aminoacidi presenti nel tè. È chiaro che il matcha di maggiore qualità contiene più amminoacidi e tra loro diversi. Vi è per esempio L-teanina, amminoacido presente quasi esclusivamente nel tè verde.
Ma il Matcha si presta anche come ingrediente per preparare varie ricette, come i biscotti al gusto matcha. È sufficiente mescolare uno o due cucchiai di polvere di matcha nella farina scelta nella preparazione dei dolci.
Oltre ai biscotti, si può preparare anche un gustoso latte matcha. Per realizzarlo si inizia facendo scaldare il latte o una bevanda vegetale (come quella di riso o d’avena o di soia). Nel frattempo, in una tazza si mescolano un cucchiaio di polvere di matcha con un po’ di acqua o, a piacere, con del latte di cocco. Si deve ottenere un composto soffice e schiumoso. Si unisce poi il latte caldo, ma non bollente.