L’escolzia è una pianta tipica delle zone a clima temperato. È nota in fitoterapia per le sue proprietà sedative, efficaci per migliorare la qualità del sonno. Viene chiamata anche “papavero della California”, poiché è originaria proprio di quell’area degli Stati Uniti. Il suo nome deriva da colui che ne scoprì le proprietà, ovvero il botanico ed entomologo russo J.F. Eschscholtz. La pianta fu introdotta in Europa agli inizi del XIX secolo, ma venne utilizzata inizialmente come pianta decorativa. I suoi fiori hanno colori vivaci, che vanno dall’arancione al rosso, dal bianco al giallo.
Dell’escolzia si utilizzano non solo i fiori, ma anche lo stelo e i semi. È una pianta ricca di sostanze benefiche per il sistema nervoso, come la glaucina, nonché la protopina, che svolge azione antispasmodica e rilassante. La protopina, che è un alcaloide, favorisce il sonno, senza però creare sensazioni di intontimento al risveglio. L’escolzia è benefica anche in caso di ansia e di affaticamento psicofisico, in quanto ha proprietà ansiolitiche. È valida anche in caso di mal di testa di origine nervosa. In genere si assume sotto forma di infuso (un cucchiaino per tazza d’acqua calda) da assumere alla sera.
È disponibile anche la tintura madre. In questo caso le gocce vanno diluite in acqua e si bevono dopo cena e/o prima di coricarsi. Il suo effetto sedativo viene potenziato se usata sottoforma di infuso, insieme alla passiflora, anch’essa sedativa e antispasmodica. La passiflora viene infatti consigliata in caso di problemi di insonnia e in presenza di stati ansiogeni. L’escolzia è sconsigliata durante il periodo della gravidanza e nella fase di allattamento. Non bisogna assumerla nemmeno in caso di allergia alla pianta e in contemporanea con l’uso di sostanze ad azione sedativa.