Il 20 ottobre, giorno di luna nuova, viene celebrata in India Diwali, la “festa delle luci”. Una festa che segue il calendario lunare ed è per questo che, ogni anno, la data cambia.
Chiamata anche Dipavali (che sarebbe la forma estesa e più corretta), questa ricorrenza è sentita dalle tante comunità che compongono il grande mosaico del sub-continente indiano. Non solo viene festeggiata dagli induisti, ma anche dai jainisti e dai sikh. A loro si aggiungono le migliaia di persone sparse per il mondo che praticano yoga e che vedono in Diwali un’occasione per diffondere messaggi di Luce in un mondo che ha bisogno di essere rischiarato dai raggi luminosi della consapevolezza e dell’armonia.
Una festa che unisce

Sebbene venga celebrata in diversi modi, da nord a sud dell’India, Diwali rappresenta una festività che unisce le molteplici comunità di questo variegato Paese.
Nei piccoli villaggi rurali, così come nelle grandi megalopoli, si accendono migliaia di lampade per illuminare l’oscurità.
I rituali iniziano già nei giorni precedenti la data effettiva di Diwali, perché le case vengono purificate, poi decorate. Inoltre, vengono preparati i cibi tipici che accompagnano i banchetti organizzati a Dipavali. Ci si veste a festa, si celebrano puja e si onora la luce.
I tanti miti che avvolgono Diwali
Come le altre feste indiane, anche Diwali è avvolta da storie mitiche che si collegano al ricco pantheon delle divinità indiane. Le diverse mitologie differiscono tra loro a seconda della zona dell’India da cui provengono. Ogni regione conserva le proprie leggende, anche se spesso sono tra loro legate da elementi comuni.
Uno dei miti più noti rimanda al Rāmāyana. Specialmente nell’India settentrionale, Diwali è associata al giorno in cui il re Rama – ritenuto avatar di Vishnu – fa ritorno nel suo regno, dopo un esilio durato 14 anni. Rama rientrò nella sua terra, Ayodhya, accompagnato dalla consorte Sita.
Il ritorno di Rama voleva dire che egli aveva sconfitto il demone Ravana, simbolo dell’oscurità e delle forze del male.
Si narra che Rama ritornò in una notte senza luna, ed è per questo che la gente lo accolse accendendo migliaia di piccole lampade a olio in suo onore.
Da qui, la celebrazione di una festa caratterizzata dall’illuminazione delle case e delle vie cittadine con tante luci, simboli della gioia per questo ritorno.
In altre zone dell’India, Diwali è associata anche ad altre divinità indiane, come Lakshmi, la dea della ricchezza e della prosperità. In particolare nell’India del sud, si festeggia Krishna per aver sconfitto il demone Narakasura.
Illuminare mente e cuore

Le molteplici lampade e candele accese in occasione di Diwali vanno oltre alle usanze decorative indiane, poiché esprimono profondi simbolismi.
La loro accensione indica la volontà di risvegliare la luce della conoscenza, della saggezza, dell’amore nella mente e nel cuore di ogni individuo.
E poiché Diwali significa “file di luci”, questa ricorrenza invita all’unità, all’interrelazione tra le genti. Proprio perché le luci di Diwali risultano più luminose attraverso l’allineamento delle varie lampade, così la luce della conoscenza e dell’amore si può manifestare soltanto con la collaborazione reciproca.
a cura di Silvia C. Turrin
