In molte tradizioni contemplative, il respiro è quella funzione che ci connette non solo alle nostre più profonde interiorità, ma anche alla dimensione spirituale. Molti maestri orientali lo hanno definito un ponte tra la materia e lo spirito, tra il microcosmo e il macrocosmo. È per questo che il respiro rappresenta “l’oggetto” primario su cui svariati approcci meditativi pongono l’attenzione. La pratica del respiro consapevole è comune a varie discipline. Nello yoga l’esecuzione delle asana è sempre accompagnata dall’inspiro e dall’espiro eseguiti in armonia coi movimenti. Anche nel qi gong e nel tai-chi è fondamentale l’unione tra esercizi e flusso respiratorio. Anche nei vari approcci connessi alla mindfulness, il respiro è quella funzione corporea che ci aiuta a ritornare al qui e ora.
Focalizzarsi sul momento presente
Respirare è una funzione spontanea, automatica, su cui molte persone non pongono la minima attenzione. È però fondamentale esserne consapevoli, perché focalizzarsi sul respiro ci aiuta a essere maggiormente presenti a noi stessi e alla vita che viviamo. Quando – attraverso l’inspiro e l’espiro – riusciamo a essere consapevoli delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e delle nostre sensazioni, possiamo essere altrettanto consapevoli della realtà. Possiamo osservare e percepire la vita con maggiore intensità, lucidità e gioia. Porre l’attenzione al flusso del respiro ci permette anche di attutire e, addirittura di trasformare, la sofferenza.
Un ponte verso la felicità
L’importanza del respiro consapevole viene sottolineata nel libro intitolato “Dieci Respiri verso la Felicità” di Glen Schneider. Ordinato Maestro di Dharma da Thich Nhat Hanh nel 2011, Schneider evidenzia proprio il collegamento tra respiro, consapevolezza e felicità. Come avviene per ogni abilità, occorre addestrarsi alla gioia. Glen Schneider suggerisce la pratica dei dieci respiri consapevoli, che spiega in modo chiaro nel volume qui citato. Grazie a tale pratica molti nostri aspetti mentali, emotivi, ma anche corporei cambiano. Iniziamo a essere più presenti a ciò che accade, a ciò che viviamo. Riusciamo a mitigare emozioni pesanti come l’ira, la paura. Persino le vie neurali si modificano e possiamo anche attivarne di nuove. Ma come ogni pratica, come ogni attitudine, se sono sostenute dal potere dell’intenzione diventano comportamenti solidi, capaci di aprire le porte davvero alla felicità. Perché la pratica dei Dieci Respiri – sottolinea Schneider – coinvolge il maestro interiore. Ciò significa che la felicità dipende da noi e da come guardiamo il mondo e da come ci relazioniamo ad esso. Il respiro è fonte di vita ed è proprio partendo dal respiro che possiamo creare e intensificare consapevolezza e felicità.
Una delle tante pratiche suggerite da Schneider è quella che prevede di contare fino a dieci. Per evitare distrazioni e per allenarsi alla consapevolezza contare fino a dieci è un metodo molto efficace. È sufficiente portare l’attenzione a un certo oggetto, in questo caso il respiro, e appunto contare uno, due, tre, ecc. sino ad arrivare a dieci. Eseguendo questa semplice pratica regolarmente riusciamo ad affinare la nostra consapevolezza e a creare nuovi percorsi neurali che ci aiutano a essere più attenti e presenti al qui e ora.
Per approfondire si veda il libro: “Dieci Respiri verso la Felicità” di Glen Schneider (Edizioni Il Punto d’Incontro, 2020).