Si chiama frangola e non bisogna confondere il suo nome con quello simile della nota fragola. Il termine botanico della frangola è Rhamnus frangula L. Si tratta di una pianta conosciuta in fitoterapia per la sua azione lassativa. Di essa si utilizza la corteccia, ricca di sostanze che aiutano non solo a contrastare la stipsi.
Per eliminare le tossine
La stagione primaverile è indicata tradizionalmente per depurare il corpo da tutte quelle sostanze accumulate durante l’inverno dal nostro organismo, a causa dell’assunzione di cibi molto calorici (e talvolta ricchi di zuccheri e grassi). In primavera la natura ci dona tante piante utili per depurare i cosiddetti organi emuntori, ovvero quelli preposti a eliminare le tossine del corpo. Questi organi sono: l’intestino, il fegato, i reni, i polmoni, e anche la pelle. La frangola è una pianta medicinale che stimola in particolare l’intestino: viene infatti definita blando purgante. I suoi composti che la rendono adatta a tale funzione sono i glicosidi antrachinonici (glucofranguline A e B e franguline A e B). La depurazione dell’intestino con soluzioni naturali è molto importante, poiché occorre eliminare regolarmente le tossine dal corpo per evitare che si formino scorie e sostanze che possano causare intossicazioni interne.
Come utilizzare la frangola
Della frangola si utilizza la corteccia della pianta essiccata, con la quale si preparano infusi lassativi (si consiglia di smetterne l’assunzione dopo sette giorni), da bere una o due volte al giorno, a seconda dei bisogni individuali. Un’alternativa consiste nell’assumere la tintura madre di Rhamnus frangula, da allungare sempre con l’acqua. In questo caso, per le dosi esatte occorre chiedere a un esperto in fitoterapia, o a un naturopata specializzato in materia. Per disintossicarsi dalle tossine e per agevolare la corretta funzione intestinale è sempre consigliato assumere circa 2 litri di acqua naturale al giorno, anche per evitare la disidratazione.