Conoscersi, capirsi e ascoltarsi per ri-trovare stima di Sé – Intervista a Valeria Pisano

Avere una bassa stima di se stessi può creare numerosi ostacoli lungo il percorso di crescita personale. Si rischia per esempio di compiere scelte che, in realtà, non rappresentano davvero il nostro sentire. O ancora, ci creiamo talmente tanti limiti – proprio per una mancanza di autostima – da non riuscire a realizzare quelle azioni che ci farebbero evolvere, ma che riteniamo “troppo complesse” per noi. In pratica, non avere fiducia in se stessi fa sorgere svariati disagi e malesseri. Come poter accedere al nostro potenziale interiore e farlo emergere? Come imparare ad amarci veramente?

Per approfondire queste e altre tematiche connesse all’autostima abbiamo posto alcune domande a Valeria Pisano, Life Coach e Trainer di PNL. Da svariati anni, Valeria si occupa di crescita personale e, attraverso seminari, sessioni personali o di gruppo, aiuta le persone nel loro cammino di trasformazione interiore.


Viviamo in una società in cui l’aspetto esteriore rimane ancora (purtroppo) centrale. La diffusione dei social network e quindi della condivisione di foto e video, ha accresciuto la centralità delle immagini, sia nel bene che nel male. Se, da un lato, vediamo diverse persone autorealizzarsi manifestando pienamente se stesse, dall’altro lato, ci sono donne e uomini che soffrono di mancanza di autostima perché si lasciano condizionare da modelli esterni. La “dipendenza” dai famosi Like può ulteriormente creare problemi, soprattutto tra i più giovani, ragazze e ragazzi, che devono ancora definire e sviluppare il proprio sé. Tu ti occupi da anni anche di queste tematiche.

Valeria Pisano: «La società in cui viviamo rispecchia ciò che siamo diventati come individui: pur di non guardarci dentro, siamo alla continua ricerca di qualcosa al di fuori di noi. Vogliamo riconoscimento, amore, stima, e tutto questo deve arrivare dall’esterno, anche se, dentro di noi, non ne abbiamo. Questo modello è funzionale a una società dei consumi, che invoglia a cercare gratificazione comprando oggetti, che possano aggiungere valore a noi stessi. Molte persone, però, hanno scelto di dedicarsi a pratiche olistiche, terapie e trattamenti che le aiutino a cercare quello che, in questo contesto sociale, non riescono a trovare».

Puoi dare alcuni suggerimenti, in sintesi, per sviluppare una maggiore centratura, senza lasciarsi condizionare troppo da elementi esterni?

Valeria Pisano: Le neuroscienze ci spiegano che la nostra struttura neuronale di base si sviluppa entro i sette anni di età. Le mappe emotive, cioè le emozioni che ci condurranno in tutta la nostra esistenza, si creano nei primi tre anni di vita. Questo significa che tutto quello che concerne la nostra relazione con noi stessi (quindi anche il grado di autostima che abbiamo) e il tipo di emozioni che rivivremo in ogni relazione adulta, è già tracciato fin dalla prima infanzia. Tutto questo mentre (come Alice Miller spiega nei suoi libri) la nostra società, da secoli, ha rimosso completamente l’elemento infantile. Qualsiasi risposta relativa ai sentimenti, agli atteggiamenti, alle azioni, al carattere di una persona, la si trova scritta nei suoi primi anni di vita.

Eppure, quasi sempre, si evita di andare a cercarla proprio lì, come se il vuoto di un mancato contatto e coinvolgimento affettivo materno (ad esempio) potesse essere sostituito da qualche pratica o terapia. Solo la consapevolezza di ciò che è avvenuto nei primi anni di vita, e la trasformazione delle emozioni collegate alle ferite vissute allora (rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento, ingiustizia), possono dare una reale e duratura centratura, basata sull’amore e il rispetto di sé. Se, nelle relazioni primarie, non abbiamo ricevuto sensazioni piacevoli connesse a noi stessi, dobbiamo crearle ex-novo. E non è detto che sia un percorso veloce».

In base alla tua esperienza, la mancanza di autostima può far nascere paradossalmente un atteggiamento troppo autoreferenziale e che denota (apparentemente) una eccessiva sicurezza?

Valeria Pisano: Abbiamo imparato ogni cosa per imitazione delle figure educative importanti della nostra infanzia, innanzi tutto i genitori. Inconsciamente abbiamo ricevuto le stesse ferite, che si riproducono meccanicamente durante la gestazione e nei primi anni di vita (in psicologia si parla di coazione a ripetere, o di catene che si riproducono di generazione in generazione). La nostra personalità/carattere è una difesa costruita attorno alla nostra parte più fragile e vulnerabile (la parola “persona”, che deriva dall’etrusco “persu”, significa “maschera”). Se uno dei nostri genitori ha una personalità molto egoica, è molto probabile che riproduciamo o la stessa modalità di risposta nelle relazioni, o quella dell’altro genitore che sarà complementare. Ogni tratto caratteriale è un tentativo di evitare la sofferenza già vissuta che, purtroppo, in realtà ottiene l’effetto opposto, cioè la riproduce».

Se invece la mancanza di autostima nasce da limiti che ci siamo autoimposti come fare per superarli?

Valeria Pisano: Lavoro con le persone da molti anni, e ho sviluppato un mio metodo di Life Coaching che le aiuta a incontrare la parte più vulnerabile e fragile di sé, per accoglierla e integrarla. Nella mia esperienza ciò che funziona di più in assoluto è imparare ad amare se stessi, anche nelle paure più profonde e nascoste. Quando si ha apprezzamento, amore, e stima di sé, al proprio interno, ciò che accade all’esterno perde quasi del tutto importanza. Da piccoli, abbiamo creduto che, per meritare amore e rispetto, dovevamo diventare simili ai nostri genitori, e, senza rendercene conto, abbiamo tentato di cancellare la nostra parte più vera. Quello che ci fa davvero soffrire è la nostra mancata accettazione di ciò che siamo: ci crediamo sbagliati, e incontriamo queste sensazioni ogni volta che ci relazioniamo con gli altri.

C’è un legame tra sviluppo dell’autostima e “pensiero costruttivo”?

Valeria Pisano: In Occidente abbiamo una grande considerazione del pensiero logico, positivo e costruttivo, e riteniamo che, con la forza della volontà, potremo raggiungere ciò che desideriamo. Dimentichiamo, così, che si tratta solo del 5% della nostra mente, mentre l’immensa quantità di informazioni contenuta nell’inconscio (il 95%!) pilota le nostre vite. Come sanno benissimo coloro che creano pubblicità e suggestioni consumistiche, è attraverso le emozioni che prendiamo decisioni, anche se crediamo di aver ragionato a lungo.

Per la mia esperienza non si può avere un reale sviluppo dell’autostima senza aver trasformato le sensazioni negative connesse a se stessi che abbiamo memorizzato inconsciamente nei primi anni di vita. Nell’immenso archivio dati costituito dal nostro cervello ci sono i meccanismi di reazione che utilizziamo nelle situazioni più significative per noi, che ci fanno creare i risultati che otteniamo.

Così, è possibile che una persona diventi un professionista stimato e apprezzato, solo per rispondere alle sue insicurezze, ma non è detto che questa realizzazione professionale sia in grado di renderla felice. Le scelte che facciamo, la maggior parte delle volte, sono dettate da bisogni inconsci di cui non abbiamo idea. E, in età matura, succede spesso che le persone si chiedano perché mai hanno creato una vita che non le rende felici.

In sostanza, come ogni percorso spirituale o di crescita personale insegna, l’unica cosa che fa la differenza è la consapevolezza. Più riesco ad avvicinarmi alla mia essenza, alla mia parte più vera e profonda, e a permetterle di manifestarsi, e più possibilità ho di realizzarmi pienamente. E, siccome siamo tutti diversi, ognuno di noi può trovare la gioia di vivere nel modo unico e speciale che gli corrisponde.

Per approfondire ulteriormente:
www.valeriapisano.com

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