I maestri orientali di varie tradizioni da sempre affermano che la meditazione porta il praticante a sviluppare una serie di qualità benefiche e atteggiamenti positivi, come la compassione. Anche le attuali ricerche in campo psicologico e neurologico stanno confermando come la meditazione, se praticata regolarmente, produca cambiamenti positivi negli schemi neuronali del cervello, e di conseguenza, contribuisca a trasformare emozioni, pensieri e comportamenti. La rivista Psychological Science ha pubblicato uno studio condotto presso l’Università di Harvard (Boston). La ricerca voleva proprio analizzare i livelli di compassione nelle persone.
Un gruppo di partecipanti allo studio è stato addestrato per otto settimane alla pratica meditativa, mentre un altro gruppo di persone non ha seguito un simile percorso. Dall’esperimento è emerso che coloro che avevano praticato meditazione dimostravano maggiore compassione, quindi empatia, verso altre persone. Chi invece non aveva seguito l’addestramento meditativo aveva un basso livello di compassione ed empatia. Questa differente risposta è spiegabile dal fatto che la pratica meditativa esercita un influsso significativo sulle regioni cerebrali coinvolte nelle risposte empatiche, come dimostrato dalle analisi condotte da Antoine Lutz, Richard Davidson e da altri ricercatori del Waisman Lab for Brain Imaging and Behavior (Università del Wisconsin-Madison).
Il gruppo di studiosi ha constatato come i meditanti esperti abbiano una percezione allargata dei suoni e delle voci che esprimono sofferenza e gioia. Ciò porta ad avere una maggiore empatia, annullando atteggiamenti d’indifferenza. La meditazione ha un effetto diretto sul circuito mentale che elabora l’empatia. Ecco perché in molti centri di meditazione vengono proposte pratiche di compassione. Chi medita da molti anni sa raggiungere uno stato in cui l’amore e la compassione permeano completamente la mente. Anche i neofiti possono raggiungere progressivamente questa condizione, iniziando per esempio a nutrire compassione verso le persone care, per poi estendere tale atteggiamento anche verso gli estranei.