La gioia viene considerata un’emozione passeggera. Emerge per esempio quando riusciamo a ottenere qualcosa che ci piace o che ambivamo da tempo. Un regalo atteso ci procura gioia, passare a un esame universitario importante o incontrare una cara amica o un caro amico che non si vede da tempo ci procura gioia. Sono tanti i momenti, che la vita ci riserva, intrisi di gioia. Eppure, spesso, dominano nelle esistenze di tante persone emozioni opposte alla gioia. Le preoccupazioni e lo sconforto possono travolgere la mente e lo spirito. Ma come disse il maestro e monaco buddhista Shantideva: “Se c’è un rimedio, perché disperarsi? E se non c’è un rimedio, perché tormentarsi?”.

Quando si comprende che la gioia dipende solo da noi stessi e dalle condizioni esterne a noi, allora la prospettiva esistenziale cambia. La gioia è uno stato dell’essere ed è un’emozione soggettiva. Per questo è importante conoscersi a fondo per capire cosa veramente ci rende gioiosi. La meditazione – come quella sul respiro o la meditazione So ham – ci aiuta a entrare nelle nostre profondità. Andare oltre la superficie dell’essere ci permette di focalizzare la nostra attenzione ai nostri desideri più concreti e veri. Durante la pratica meditativa ci si può chiedere: “Cosa può procurarmi della gioia”. È bene porsi questa domanda guardando al presente, in modo da capire quali fattori, o azioni, o scelte possono dar origine a questa emozione.

Porsi questa domanda ci fa capire che la gioia dipende proprio da noi. In seguito, si può mettere in pratica ciò che è emerso durante la meditazione. Il giorno successivo possiamo attuare il nostro proposito, che può consistere semplicemente nel regalarsi una bella passeggiata di 30 minuti nella natura o prendere un tè con un’amica o un amico. La gioia molto spesso si sperimenta vivendo momenti apparentemente semplici. Sono questi “piccoli” momenti che possono trasformare la vita dandole un senso più autentico e gioioso.