L’ansia

L’ansia, come lo stress, del quale, tra l’altro, è un parente prossimo, è prima di tutto una reazione adattiva dell’organismo ad un evento esterno. Trae le sue origini principalmente dal meccanismo di attacco-fuga che ha garantito la sopravvivenza del genere umano.

Di fronte ad un pericolo, tutti gli esseri viventi reagiscono con una serie di cambiamenti fisiologici improntati alla difesa, che si manifestano con l’attacco o la fuga. I sintomi principali sono: accelerazione cardiaca, aumento del ritmo del respiro, tensione muscolare, aumento dell’attenzione e della vigilanza. Nella società di oggi il meccanismo tipico è diventato per lo più inadeguato, la mente ha quindi ridefinito l’alterazione fisiologica trasformandola in ansia e, in casi estremi, in panico. Quella che generalmente definiamo ansia è, dunque, la risposta dell’organismo a una situazione potenzialmente pericolosa che, nella società attuale, viene spesso evocata da motivazioni interiori più che da cause esterne. Coinvolge il nostro corpo tramite alterazioni neurofisiologiche, la nostra mente tramite pensieri ossessivi e mina la nostra capacità di azione attraverso la fuga da alcune situazioni.

Ciò che accade è un tracollo generale dove ogni aspetto tracima e coinvolge il successivo

Nell’ansia interagiscono un livello fisico, uno cognitivo e uno comportamentale. Da dove partire per spezzare il circolo vizioso è irrilevante, l’importante è farlo.

Cognitivo

I pensieri ossessivi supportano e alimentano l’ansia. Il contenuto può essere vario, ma la struttura è sempre la stessa. Non ha importanza la fonte della nostra ossessione. Quando i pensieri negativi si insinuano nella mente e assorbono completamente la nostra attenzione dobbiamo imparare a togliere loro forza. Un possibile aiuto può essere la scheda SPC (situazioni- pensieri- conseguenze) dove elenchiamo la situazione, i pensieri che ci affliggono, le conseguenze per poi metterle poi a confronto con le evidenze razionali e irrazionali. Comprendere se una situazione può portare benefici o danni Stimola le riflessioni e può portarvi a sviluppare un pensiero alternativo, il principio di un cambiamento

Comportamentale

I comportamenti sono sempre la conseguenza delle sensazioni ed emozioni che proviamo. Quando abbiamo paura di qualcosa tendiamo naturalmente ad evitarla. Questo è un meccanismo che potremmo chiamare adattivo, ma non è costruttivo. Se lasciamo che prenda il sopravvento finiremo con l’evitare molti luoghi e situazioni nella convinzione “errata” che siano la causa del nostro malessere. Sbagliato! Il problema non è fuori di noi, ma dentro. Così facendo diminuiamo la nostra autoefficacia e alimentiamo la paura legata a quella situazione pertanto, quando ci troviamo ad affrontarla cadiamo vittime dell’ansia, cosa che confermerà la nostra convinzione “errata”, instaurando quello che si chiama il circolo vizioso dell’ansia.

La soluzione è quella di affrontare gradualmente le situazioni e i luoghi che ci fanno paura, partendo da una situazione neutra, proseguendo attraverso una scala crescente.

Fisico

Mentre possiamo con fatica controllare la mente (e forse le emozioni)è difficile gestire fisicamente le situazioni contingenti. I muscoli si tendono, si possono avvertire tremori, palpitazioni e un senso di agitazione, la sudorazione aumenta, le mani sono fredde e il respiro accelera e si fa più corto. Per risolverle possiamo far riferimento al training autogeno

e al rilassamento muscolare. Qualsiasi tecnica ci permetta di radicarci e rilassarci va bene, ma durante un attacco d’ansia è complicato. Il controllo della respirazione è la soluzione migliore. Occorre spezzare il ritmo corto e sincopato tipico dell’ansia per approdare a un ritmo più lento e profondo. Attenzione però, questo potrebbe portarci, in alcuni casi, ad un maggiore malessere apparente, dato che la quantità maggiore di ossigeno potrebbe farci girare la testa.

Respirando, possiamo adottare una posizione eretta con le ginocchia leggermente flesse. Se abbiamo la sensazione che le ginocchia non reggano, sarà utile mettersi a sedere con i piedi ben saldi a terra; questo crea radicamento e offre la possibilità di spezzare il circolo vizioso dell’ansia. Non è, invece, una buona idea sdraiarsi poiché questo può portare a una sensazione di soffocamento. Con le giuste tecniche il respiro rallenta, i muscoli si rilassano.

È importante capire che i risultati arriveranno perseverando attraverso cambiamenti piccoli e graduali. Situazioni, pensieri, emozioni, sensazioni fisiche e comportamenti andranno lentamente modificandosi gratificando i nostri sforzi e aiutandoci a superare questa difficoltà.

Lascia il tuo commento

Per favore inserisci il tuo nome.
Per favore inserisci commento.