Ancorarsi alla Terra e sviluppare forza interiore

Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Terra. Un evento che quest’anno, 2020, celebra il suo 50° anniversario. È un’occasione per ricordarci quanto sia importante l’ambiente e quanto dipendiamo dalla natura. È anche un’occasione per prendere coscienza dei problemi che affliggono il pianeta e, quindi, anche noi esseri umani. Lo Yoga può fare molto per risvegliare le coscienze verso la questione ambientale, poiché è una disciplina che crea un ponte tra il microcosmo – l’individuo – e il macrocosmo – la Terra e più in generale l’Universo. Lo Yoga si basa e crea l’unità tra materia e spirito, tra individuo e natura. La pratica yogica ci ricorda che noi siamo composti dagli stessi Elementi che costituiscono il cosmo, acqua, aria, fuoco e, appunto, terra. Quindi, in questo giorno così particolare, anche attraverso asana e meditazioni celebriamo la Terra e ancoriamoci a essa.

Radicamento con la posizione dell’albero

concentrazione alberoVrksasana è una postura yoga di ancoraggio, che permette alla mente di focalizzarsi sul presente, interrompendo il via vai dei pensieri. È una postura che ci invita a rimanere in uno stato di immobilità, proprio come un albero. Per questo è associata al Muladhara Chakra, il centro energetico collegato proprio al senso di radicamento e di stabilità.

Si inizia partendo da Tadasana. Lo sguardo è rivolto in avanti. Ci si focalizza su un punto preciso per sostenere la concentrazione. Con attenzione si sposta il peso del corpo sul piede sinistro. Lentamente e in modo consapevole si alza il piede destro portandolo verso l’interno della coscia sinistra, vicino all’inguine. Il ginocchio della gamba sollevata è spinto all’indietro. Il busto è ben allungato. Le mani si possono portare davanti al petto, per formare l’Anjali Mudra. Oppure le braccia si possono portare in alto, oltre il capo, ben allungate, con i palmi che si toccano: in questo modo le braccia agevolano l’allungamento del busto. Lo sguardo è rivolto in avanti. Dopo una serie di cicli respiratori si esegue dall’altro lato.

Stabilità con Utkatasana

UtkatasanaLa “posizione della sedia” genera profondi benefici sul piano energetico e mentale. Praticandola si lavora sul proprio senso di stabilità e di sicurezza; attiva la forza interiore e una maggiore determinazione.

Per eseguire Utkatasana si inizia partendo da Tadasana, la posizione della montagna. Nell’inspiro si sollevano le braccia oltre il capo, in modo parallelo. I palmi delle mani sono fra loro uniti. Espirando si piegano le ginocchia, mentre il bacino si abbassa verso terra e il busto è leggermente piegato in avanti. Il peso del corpo si sposta sui talloni, ben ancorati al suolo. Si percepisce la forza e la stabilità del corpo. Si può immaginare di essere appoggiati su una sedia immaginaria. La colonna vertebrale è allungata e ad ogni inspiro si distende un po’ di più. L’estensione viene aiutata dalle braccia sollevate. Per uscire dalla postura, si distendono le gambe nell’ispiro, si abbassano le braccia e si ritorna in Tadasana.

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