Sin dai tempi antichi, l’alchemilla è considerata una pianta alleata del benessere femminile. Un tempo era ritenuta collegata alla fertilità, quindi protettrice delle nascite. Il suo uso a scopo curativo lo si ritrova in antichissimi testi di erboristeria. In effetti, il suo nome, a livello etimologico, deriverebbe dalla parola araba che indica “l’alchimia”. Non a caso, si narra che gli alchimisti utilizzavano la rugiada raccolta dalle sue foglie per i loro esperimenti alchemici. L’alchemilla è comunque diventata nota, nel corso dei secoli, per essere una pianta officinale amica delle donne. Vediamo perché.
Una pianta per ogni età della donna
Il suo potere “alchemico” si spiega per le proprietà che essa racchiude:
- regola il ciclo mestruale;
- allevia i disturbi della menopausa;
- aiuta a prevenire e trattare le infiammazioni.
La pianta intera, ma in particolare le sue foglie, vengono impiegate sia in erboristeria, sia in cosmesi.
A livello officinale, l’infuso favorisce la regolazione del ciclo mestruale, anche dopo il parto. Dopo i 40 anni, l’alchemilla sotto forma di tisana permette di alleviare i problemi legati al periodo di transizione tra la fase fertile e la fase della menopausa; in seguito, mitiga i disturbi relativi alle modifiche ormonali della menopausa.
L’infuso di alchemilla può essere utilizzato anche come collutorio, per l’igiene quotidiana della bocca, grazie alla sua azione antinfiammatoria.
A livello cosmetico, l’alchemilla può essere utilizzata in caso di stanchezza agli occhi, effettuando impacchi con l’infuso (non caldo, né freddo, ma a temperatura ambiente). Inoltre, avendo un potere astrigente, l’alchemilla è ideale come tonico per il viso, per trattare in modo naturale le impurità della pelle grassa (specialmente l’acne).
L’alchemilla è utilizzata anche in cucina. Le sue foglie giovani, dal sapore leggermente amarognolo, sono ideali per preparare insalate primaverili. Aggiungendo anche del tarassaco si prepara un piatto leggero e depurativo per il fegato.
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