4 film da ri-vedere a casa immaginando l’Oriente

In questo periodo in cui le sale cinematografiche rimangono rigorosamente chiuse e in cui non è possibile muoversi, alcuni film ci aiutano a rivedere paesaggi asiatici e a ri-ascoltare storie ambientate in Oriente. Ci sono opere, alcune divenute ormai classici, che ci restituiscono immagini meravigliose dell’altopiano tibetano, o della lussureggiante vegetazione di Bali. Se non possiamo prendere un aereo e spostarci in tutta libertà verso l’Asia, allora, grazie ai film, possiamo viaggiare con l’immaginazione, visualizzando quei luoghi che saranno le nostre future mete.

Kundun

È un film del regista Martin Scorsese, basato sul libro autobiografico La libertà nell’esilio di Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai Lama. Kundun è una pellicola tra quelle più importanti che tratteggiano la storia del Tibet, con particolare riferimento al periodo antecedente l’invasione cinese, sino a giungere all’esilio forzato dalla sua terra d’origine del XIV Dalai Lama (esilio che continua tuttora, a distanza di oltre 60 anni). Scorsese racconta come il reggente del Tibet dell’epoca sia riuscito a individuare il bambino che sarebbe diventato il futuro Kundun, parola che in tibetano significa “prescelto”, ma anche “oceano di saggezza”.

Il bambino, di nome Lahmo – che si rivela la reincarnazione del XIII Dalai Lama – vive sorprendentemente nella provincia dell’Amdo, non distante dal confine cinese. Questo elemento, nel film così come nella vita reale, sembra condizionare in qualche modo l’esistenza del futuro Kundun e del suo popolo. È una narrazione storica che mostra come i primi decenni del XX siano stati determinanti per le sorti, infauste, del Tibet, invaso dalla Cina di Mao e dimenticato dalle potenze occidentali. In tutto questo si ammirano gli scenari tibetani e la tradizione buddhista di un popolo sospeso fra antichi rituali e la modernità.

Il piccolo Buddha

Correlato sempre al buddhismo è il film di Bernardo Bertolucci dal titolo “Piccolo Buddha”. In questa storia si intrecciano epoche differenti e luoghi tra loro molto lontani. La narrazione, ispirata al romanzo di Gordon McGill, crea un ponte tra l’Occidente, in questo caso gli Stati Uniti, e l’Oriente, grazie a un bambino considerato una reincarnazione di lama Dorje. Man mano che la storia prosegue si scopre che vi sono altri due bambini candidati per essere considerati proprio la reincarnazione dello stesso lama Dorje. In parallelo a questa indagine, che porterà i tre bambini a incontrarsi in un monastero himalayano, si racconta di come Siddhartha Gautama raggiunse il Nirvana e divenne noto come l’Illuminato.

Mangia Prega Ama

Basato sull’omonimo best-seller di Elizabeth Gilbert, questo film del 2010 è diventato cult per tante donne, e non solo. La storia della protagonista è un viaggio non solo geografico, ma anche interiore, grazie al quale la donna, che soffre e si colpevolizza per aver voluto la rottura del suo matrimonio, scopre l’equilibrio tra materia e spirito, tra corpo e anima, tra amore e meditazione. Se in Italia riscopre il piacere del buon cibo e la bellezza autentica dei rapporti d’amicizia, in India viene messa di fronte alle sue paure più profonde, per scoprire poi come sia possibile affrontarle e lasciarle andare grazie alla meditazione. Giunge infine a Bali, dove la meravigliosa natura dell’isola e i preziosi insegnamenti di Ketut le fanno trovare l’amore.

Gandhi

Infine, last but not least, terminiamo con un film del 1982 diretto dal compianto sir Richard Attenborough, che racconta la vita del Mahatma Gandhi (interpretato da Ben Kingsley). È un film storico e importante per tutti coloro che vogliono capire l’India di oggi attraverso le vicende di un uomo che ha fatto conoscere al mondo l’Ahimsa, la non-violenza. E basandosi su questi principi ha contribuito a rendere indipendente il suo paese, l’India.

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