L’Ayurveda attribuisce un ruolo fondamentale alla fitoterapia. Erbe e piante sono tra gli elementi essenziali di uno stile di vita improntato sull’equilibrio psicofisico ed energetico. Questo antico sistema di conoscenze, nato in India oltre 5000 anni fa, è ancora attuale, come dimostra la diffusione in tutto il mondo di vari trattamenti ayurvedici, come le pratiche di rasayana (ringiovanimento) e di panchakarma (purificazione del corpo). Anche la cucina ayurvedica è sempre più apprezzata, essendo basata su piatti a base di verdure, legumi e spezie, alimenti che mantengono il corpo in salute. Molto importanti sono particolari erbe, caratterizzate da composti che le rendono efficaci per prevenire e trattare determinati disturbi. Vediamo di seguito tre piante consigliate dalla scienza ayurvedica per affrontare al meglio la stagione invernale.
Per rafforzare le difese dell’organismo
Tra le piante suggerite dall’Ayurveda per rafforzare le difese immunitarie vi è l’Andrographis, specie originaria dell’India e dello Sri Lanka. I suoi fiori color viola o rosa e i suoi frutti sono ricchi di elementi benefici per l’organismo. Troviamo infatti i flavonoidi, preziose sostanze che svolgono una potente azione antiossidante. L’Andrographis ha inoltre proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Tra le sostanze attive in essa presenti vi sono le andrografine, nella radice, e l’andrografolide, nella pianta: elementi che aiutano a stimolare il sistema immunitario. In India l’Andrographis è una pianta impiegata per prevenire e curare stati influenzali caratterizzati da raffreddore e febbre. Contribuisce inoltre a a regolare la funzione biliare. Essendo una pianta definibile “Yin” (significa che a livello energetico è fredda), la tradizione ayurvedica suggerisce di assumerla in combinazione con erbe energeticamente più calde, come lo zenzero e il basilico. In Italia, possiamo trovarla sotto forma di capsule; più difficile trovarla essiccata, in polvere o fresca.
Utile per riattivare energia e vitalità è la pianta chiamata Vidanga. Originaria dell’India, il suo nome botanico è Embelia ribes. I principali componenti benefici in essa presenti si trovano nei suoi frutti, piccole bacche contenenti elementi che svolgono un’azione antiossidante. Secondo Bhagwan Dash – tra i più noti e stimati medici ayurvedici a livello internazionale – la Vidanga è utile per trattare quei malanni causati da “krmi”, termine sanscrito che indica i batteri, i virus, i bacilli e i vermi intestinali.
Per depurare il corpo
Tra le piante ayurvediche più popolari vi è certamente il tulsi (ocimum sanctum), la cui importanza non è soltanto legata alle sue benefiche proprietà. Infatti, il tulsi è avvolto da un alone devozionale e simbolico, tanto da essere soprannominato “erba sacra”, o “basilico santo indiano”. Questa pianta svolge un’azione antiossidante, grazie alla sostanza chiamata vicenina. Inoltre, ha proprietà antinfiammatorie e aiuta a regolare i livelli del colesterolo. Il dottor Bharat B. Aggarwal, biochimico indiano, sostiene che il tulsi è in grado di ridurre i livelli ematici di sostanze lipidiche dannose per il cuore. Il modo migliore per assorbire tutte le sue proprietà è quello di utilizzare foglie appena colte, in modo da preparare infusi, insalate o salse.
Per quanto riguarda gli integratori alimentari, il dottor Bharat B. Aggarwal consiglia di utilizzarli previa la supervisione di un medico qualificato.
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