3 falsi miti sulla meditazione

Ci sono numerosi falsi miti che ruotano attorno alla pratica meditativa. Sono falsi miti che possono indurre le persone a evitare di intraprendere questo cammino incentrato sull’attenzione cosciente. Uno di questi falsi miti riguarda la postura: “per meditare occorre assumere la posizione del loto”. È un falso mito, poiché nella pratica meditativa non è necessario assumere Padmasana. Questa postura la possono compiere i meditanti esperti e chi pratica yoga, ma non rappresenta uno dei fattori indispensabili per meditare. È sufficiente rimanere a gambe incrociate (Sukhasana) o scegliere la postura chiamata Siddhasana o Siddha Yoni Asana. Un’altra posizione adatta alla meditazione è Vajrasana.

Il secondo falso mito molto diffuso sulla meditazione riguarda il flusso dei pensieri: “per meditare bisogna non pensare a nulla”. Anche in questo caso la verità sta nel mezzo. I meditanti esperti riescono a raggiungere quel “vuoto mentale” di cui parlano i maestri orientali. Mentre la maggior parte delle persone durante la meditazione mantiene il flusso dei pensieri. Tale flusso si può comunque placare portando l’attenzione cosciente su determinati “oggetti” esterni, come una candela accesa o un’immagine che ispira calma e concentrazione come un mandala, o “oggetti” interni, come il movimento del respiro e le sensazioni corporee. Si può anche meditare cantando mantra o ripetendo mentalmente alcune parole evocative, come “pace e amore”.

Un terzo falso mito relativo alla meditazione è pensare che essa sia una pratica di rilassamento. Ancora una volta la risposta sta nel mezzo. Meditare non significa rilassarsi, bensì vuol dire conoscere e addestrare la mente. Attraverso vari “esercizi” di consapevolezza e di presenza mentale si crea uno stato di profonda calma. Per esempio, meditare sul respiro, focalizzandosi sull’aria che entra e che fuoriesce, permette di placare pensieri disturbanti, di calmare la respirazione se affannosa e veloce, e di ritrovare un senso d’armonia. La meditazione è un cammino evolutivo, i cui benefici sono ormai confermati da svariati studi.

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